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Ignazio La Russa eletto Presidente del Senato, il discorso: “Morti bianche? Vergogna più forte se le vittime sono studenti”

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Ignazio La Russa è il nuovo Presidente del Senato. La Russa, 75 anni, è stato eletto con 116 voti (su una maggioranza di 104). Sessantacinque le schede bianche mentre due voti sono andati a Liliana Segre, che ha presieduto l’Aula, e altrettanti a Calderoli.

Le votazioni si sono svolte oggi, 13 ottobre, nel corso della prima seduta del nuovo Senato presieduta a Palazzo Madama dalla senatrice a vita Liliana Segre, che ha tenuto il discorso di apertura.

Ecco cosa ha detto La Russa nel suo primo discorso del neo presidente del Senato proferito in aula. “Ringrazio quelli che mi hanno votato pur non facendo parte del centrodestra. Ho cominciato a fare politica nelle formazioni giovanili in momenti durissimi. C’è una frase che mi ha ispirato, di un presidente della Repubblica di estrazione certo diversa dalla mia, un presidente che abbiamo apprezzato anche per le sue esternazioni extra politiche: ‘Nella vita è necessario saper lottare non solo senza paura ma anche senza speranza’. La lotta non avviene solo quando pensi di poter vincere ma quando pensi che valga la pena di essere vissuta”.

“Permettetemi di rivolgere un caro affettuoso saluto al centrodestra ma in particolare ai senatori di Fratelli d’Italia e, se me lo consentite, al presidente Draghi e a quella che spero sia la futura incaricata, Giorgia Meloni”, dice La Russa.

“Il ringraziamento e il pensiero deferente va naturalmente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che io ho conosciuto e apprezzato da prima che diventasse presidente della Repubblica quando preparava quello che poi è passato con il nome di Mattarellum e poi dopo il Tatarellum – ricorda il neo-presidente del Senato -, e ho conosciuto la sua intelligenza e capacità politica che ancora oggi manifesta nel suo altissimo ruolo”.

“Dinanzi a noi ci sono drammi, paure, preoccupazioni, penso a quelle dei cittadini che chiedono alla politica non solo di raccogliere le loro ansie, le loro necessità, ma anche e soprattutto di risolverle. Penso all’inflazione, al caro energia, che sono un dramma per le famiglie e hanno innescato per molte imprese il conto alla rovescia, dove il rischio più che concreto è la chiusura. L’Italia non può e non deve fermarsi“. Per garantire “lavoro, dignità, sicurezza, benessere tocca a noi, maggioranza e opposizione dare le risposte giuste e urgenti”, dice La Russa.

“La senatrice Segre ha ricordato tre date e io non voglio fuggire, perché è troppo facile scappare di fronte alle richieste di chiarezza – dichiara La Russa – : è stato ricordato il 25 aprile, il 1 maggio, il 2 giugno, cui potrei aggiungere la data di nascita del Regno d’Italia, che prima o poi dovremo far assurgere tra quelle celebrate con festa nazionale. Queste date, tutte insieme, hanno bisogno di essere celebrate da tutti, perché solo un’Italia più coesa, pacificata e unita è certamente la migliore e la più importante precondizione per poter affrontare efficacemente ogni emergenza e ogni criticità”.

“Non c’è una sola parola di quello che ha detto che non abbia meritato il mio applauso“. Il neo eletto presidente del Senato Ignazio La Russa lo dice rivolgendo un saluto e un ringraziamento a Liliana Segre, “che non voglio chiamare presidente provvisorio ma presidente morale”.

Le parole di La Russa a proposito degli studenti

La Russa si è soffermato sul tema delle morti bianche, con un chiaro riferimento alle recenti tragedie nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro: “Il lavoro è la storia dell’Italia, è una porta, non può diventare il burrone delle morti bianche, che gridano vergogna, se possibile ancora più forte quando le vittime come avvenuto di recente sono studenti tirocinanti”.

Per quel che riguarda le riforme “non bisogna né favoleggiare la possibilità che si faccia tutto e subito ma soprattutto non bisogna temerle, dobbiamo provare a realizzarle insieme”, spiega il neo-presidente di Palazzo Madama in Aula. “Al Senato della Repubblica può spettare il via anche nei confronti dell’altra Camera della necessità di aggiornare non la prima parte della Costituzione, intangibile, ma la parte che merita più efficienza, più adeguatezza ai tempi nostri, più capacità di dare risposte ai cittadini, più capacità di appartenere alla volontà del popolo”, dice La Russa.

“Il Senato della Repubblica si discusse se doveva essere chiamato così o Camera dei Senatori, come la Camera dei deputati. Prevalse, e me ne rallegro, la definizione Senato della Repubblica – ricorda La Russa – , perché è l’emblema del nostro senso di unità, di fronte a ogni difficoltà, a ogni dramma, nel nome della nostra istituzione c’è la sua identità. Non il Senato di una parte, di un blocco del Paese, di una maggioranza e di una opposizione ma il Senato della Repubblica, e cioè di tutti noi italiani”.

“Credo che questo Senato, in questa legislatura, potrà farlo direttamente con una legge che promuova una costituente, con una bicamerale, sono vari i modi, l’importante è che vi sia la volontà politica di realizzare queste riforme”, conclude La Russa, e “se c’è, passerà”.

“Mi ero preparato delle citazioni e frasi a effetto per concludere, ma poi ho pensato che non è giusto. Il mio è un compito di servizio: non devo cercare oggi applausi, parole roboanti e di captare la vostra benevolenza – conclude La Russa -. Lo dovrò fare ogni giorno con i miei atti e con le scelte che dovrò compiere, che a volte piaceranno e altre volte no sia alla maggioranza, che all’opposizione. Non c’è bisogno, per concludere, di parole che suscitano un applauso, ma solo di una sincera promessa: cercherò con tutte le mie forze di essere il Presidente di tutti. Ve lo giuro”.