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Il patto per la scuola di Fi. Centemero precisa: autonomia, investimento sui docenti, meno burocrazia e valutazione delle scuole

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Condivisibile la premessa: sulla formazione dei giovani si costruisce un popolo ed una Nazione, prima ancora che sull’economia; la scuola appartiene a tutti noi, indipendentemente dalle convinzioni politiche, e dunque abbiamo il dovere di prendercene cura.
L’obiettivo del “patto” proposto alle altre forze politiche, agli studenti, alle famiglie, agli insegnanti, dirigenti scolastici e agli amministratori locali è creare un’ampia alleanza orientata alla qualità della formazione, all’innovazione, alla valorizzazione di docenti e dirigenti e all’introduzione del costo standard, per questo, scrive Centemero, alcune di queste proposte, in particolare quella relativa ai docenti, verranno sottoposte ad una valutazione pubblica su internet, attraverso un link.
“Tre i principi: costo standard, autonomia e parità scolastica, a cui se ne affiancano altre: un nuovo statuto giuridico per i docenti, un nuovo reclutamento, la riforma degli organi collegiali, un ulteriore passo nella direzione dell’integrazione tra scuola, formazione e lavoro, senza dimenticare la diffusione della lingua e della cultura italiane all’estero e tanti progetti concreti come DNS, Deledda Nelle Scuole….
Quattro i passaggi concreti affinché questo patto non sia l’ennesima lettera morta che per troppi anni abbiamo abituato i nostri cittadini:
1) Autonomia.
Per riconoscere alle scuole una vera autonomia organizzativa e didattica, proponiamo un modello di governance incentrato sui criteri della valorizzazione e responsabilizzazione degli organi collegiali e sulla chiara distinzione tra funzioni di indirizzo e di programmazione (spettanti al Consiglio e al Collegio dei docenti) e quelle di gestione e di coordinamento (spettanti al Dirigente Scolastico) e la riqualificazione del finanziamento dell’autonomia scolastica sostituendo il Fondo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa attraverso un nuovo Fondo, che sostituisce la legge 440. Basta finanziamenti a pioggia, senza monitoraggio e valutazione, si alla logica dei fondi europei con l’individuazione da parte del Ministero di poche aree di interventi e criteri trasparenti di assegnazione e rendicontazione delle risorse.
2) Investire sui docenti
La prima cosa che chiediamo, e con forza, è che anche in caso di riforma, sia assicurato che ogni anno siano bandite, con regolarità, le procedure di abilitazione, sia con il sistema attuale, che ha dimostrato di essere rigoroso e selettivo, sia con una eventuale sua modifica, su cui le nostre proposte tengono conto di due elementi:
. Siamo d’accordo con lauree magistrali per l’insegnamento, anche per le scuole secondarie, che comunque avranno bisogno di alcuni anni per essere predisposte. Non occorre infatti non solo modificare il regolamento, ma bisogna riformare drasticamente le classi di concorso e gli ordinamenti universitari. Sappiamo che non tutte le facoltà si prestano (pensiamo a medicina, o giurisprudenza, o ingegneria)…. Occorre poi tutelare chi ha oggi, e avrà nei prossimi anni, il “titolo di laurea”. Proponiamo che si continui con il TFA, valutandolo e monitorandolo per correggere le storture e cancellare le sedi, universitarie e scolastiche, che non si mostrano all’altezza, e nel frattempo si allestiscano le lauree magistrali e i diplomi accademici di secondo livello. Confermiamo il nostro NO a qualsiasi sanatoria, così come avevamo detto NO al PAS voluto dal PD, che rappresenta uno schiaffo a chi ha acquisito l’abilitazione con merito.
Siamo favorevoli a una differenziazione dello Stato giuridico dei docenti, individuando figure che siano da “ponte” tra università e scuola. Proponiamo: – uno stato giuridico essenziale che affermi i valori e i principi su cui fondare la professionalità del docente a tutti i livelli; una carriera, articolata in tre livelli (docente iniziale, ordinario ed esperto), fondata sulla professionalità raggiunta e con competenze certificate; un organo di valutazione professionale che sia garanzia dello sviluppo della professione e che sappia escludere con i mezzi e le tutele opportuni coloro che non possono essere definiti insegnanti.
Siamo convinti che debba entrare in classe solo chi sa insegnare e che tutti i tentativi, piuttosto maldestri, di burocratizzare l’orario, prima con le 24 ore di Profumo, oggi con le 36 del PD, inquinino solo il terreno del confronto, senza portare a nulla. Non abbiamo una visione ingegneristica della professione docente. Vogliamo ragionare sulle figure che alla scuola servono e sui costi!
3) Valutazione delle scuole.
Siamo, da sempre, favorevoli alla valutazione delle istituzioni scolastiche. Ma, proprio perché abbiamo sempre difeso il ruolo dell’Invalsi, diciamo che per valutare le istituzioni scolastiche ci vuole altro: ci vuole una azione degli ispettori, e una azione in cui il fattore umano è indispensabile. Se riducessimo tutto a una compilazione di moduli, anziché un servizio al sistema ci troveremmo davanti a un adempimento burocratico e basta. La valutazione può, da subito, riguardare i Dirigenti scolastici, ai quali vanno fissati gli obiettivi diversi a seconda della scuola, e vincolare la parte di premio al raggiungimento di questi obiettivi.
4) Passaggio da burocrazia ad amministrazione del Miur.
Occorre passare da un’azione burocratica del MIUR, ad una amministrativa. Amministrazione, per noi, significa aiuto, controllo, monitoraggio. Significa certezza dell’azione amministrativa e uso esteso dell’informatica. Se si predisponesse, ad esempio, un fascicolo telematico dei docenti, sia di ruolo che aspiranti, avremmo un abbattimento dei costi, dei contenziosi, degli errori e delle possibili truffe e un deciso miglioramento della qualità.
Lo scorso anno scolastico, grazie ad una mia risoluzione approvata in VII Commissione, abbiamo promosso la conoscenza e lo studio della scrittrice Grazia Deledda nelle scuole. Grazia Deledda è l’unica scrittrice italiana ad aver vinto il premio Nobel per la letteratura grazie ai suoi romanzi. Una donna che, con le sue capacità e la sua forza di volontà, ha saputo affermarsi, agli inizi del secolo scorso, in un campo come la letteratura. Un grande esempio per le nostre studentesse affinché lo studio, l’impegno e la caparbietà, diventino la strada di riscatto personale.
Chiediamo alla Ministro che il progetto continui e che la figura di Grazia Deledda venga studiata e conosciuta in tutte le nostre scuole.
Infine il nostro patto per la scuola, mentre apre alla societas, introduce la solidarietà: il banco scuola. Una raccolta di materiale didattico (quaderni, penne, matite, astucci, fogli da disegno, pastelli etc), con lo stesso principio del banco alimentare, da donare alle famiglie, alle ragazze e i ragazzi più in difficoltà economica…. Un semplice gesto di vicinanza che ci fa ancor più capire che la scuola appartiene a noi tutti!”

O.le Elena Centemero
Responsabile Scuola, Università e Ricerca FI
Deputato I Commissione Affari Costituzionali