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Intelligenza artificiale a scuola: Valditara vuole che già con i bambini si parli di algoritmi, e così riporta in auge le Indicazioni nazionali del 2018

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Parlando a Milano, in occasione della chiusura di “Next Gen AI“, il primo summit nazionale della scuola sull’Intelligenza Artificiale, il ministro Valditara ha detto più o meno: “Vogliamo che i bimbi alla primaria sappiano cosa sia un algoritmo”.
Ottima idea e ottimo programma, peccato che l’idea sia già contenuta nelle Indicazioni nazionali in vigore.
Basta leggere il capitolo sul pensiero computazionale inserito nelle Indicazioni del 2018.
“Attività legate al pensiero computazionale sono previste nei Traguardi delle Indicazioni in particolare nell’ambito della Tecnologia, tuttavia se ne possono prevedere in ogni ambito del sapere. Per pensiero computazionale si intende un processo mentale che consente di risolvere problemi di varia natura seguendo metodi e strumenti specifici pianificando una strategia”.
“È un processo logico creativo –
si legge ancora nel documento – che, più o meno consapevolmente, viene messo in atto nella vita quotidiana per affrontare e risolvere problemi. L’educazione ad agire consapevolmente tale strategia consente di apprendere ad affrontare le situazioni in modo analitico, scomponendole nei vari aspetti che le caratterizzano e pianificando per ognuno le soluzioni più idonee”.
E, entrando ancora di più nel merito degli aspetti didattici, le Indicazioni sottolineano: “Ogni situazione che presupponga una procedura da costruire, un problema da risolvere attraverso una sequenza di operazioni, una rete di connessioni da stabilire (es. un ipertesto), si collocano in tale ambito, a patto che le procedure e gli algoritmi siano accompagnati da riflessione, ricostruzione metacognitiva, esplicitazione e giustificazione delle scelte operate. Sostanzialmente, si tratta di un’educazione al pensiero logico e analitico diretto alla soluzione di problemi. Impiegandolo in contesti di gioco educativo (es. la robotica), dispiega al meglio le proprie potenzialità, perché l’alunno ne constata immediatamente le molteplici e concrete applicazioni”.
Ma c’è di più perché in realtà tutto questo risale addirittura alle Indicazioni del 2012 che nel paragrafo dedicato alla Tecnologia dicono: “Quando possibile, gli alunni potranno essere introdotti ad alcuni linguaggi di programmazione particolarmente semplici e versatili che si prestano a sviluppare il gusto per l’ideazione e la realizzazione di progetti (siti web interattivi, esercizi, giochi, programmi di utilità) e per la comprensione del rapporto che c’è tra codice sorgente e risultato visibile.”

E, se si vanno a rileggere documenti ancora precedenti (le Indicazioni del 2007 e il Documento sui saperi essenziali del 1998 tra gli altri) si possono certamente trovare proposte chiare e precise sulla materia.
Algoritmi e pensiero computazionale, insomma, sono strumenti concettuali di vecchia data di cui la pedagogia e la didattica si occupano da decenni.