Home Università e Afam Investment compact: Cingolani preoccupato per il destino dei ricercatori dell’IIT

Investment compact: Cingolani preoccupato per il destino dei ricercatori dell’IIT

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Parole dure del tipo: “Che cosa farò? Riprenderò la valigia. Potrei tornare in Germania, per esempio. Ma quello che mi preoccupa di più sono i ricercatori che fanno parte del nostro Istituto. Oltre il 40 per cento viene dall’estero. Molti li ho convinti personalmente a lasciare il Paese di provenienza per venire da noi. Ora anche il loro futuro è a rischio. Ma credo ancora che ci sia spazio per salvare la situazione in extremis». Nello stesso articolo si scrive: “In queste ore Cingolani si aggrappa alle dichiarazioni del ministro dell’Economia. Pier Carlo Padoan ha assicurato che in sede di ratifica del decreto «saranno tolti di mezzo gli equivoci». Mentre il ministro dell’Istruzione e della Ricerca, Stefania Giannini ieri ha detto di essere rimasta stupita da questo «blitz». Oggi 26 gennaio il Miur pubblica il seguente comunicato: “ La norma sui brevetti “è incompatibile con l’autonomia sia delle Università che degli Enti pubblici di ricerca. Sono rimasta stupita e sorpresa di questo blitz, perché di questo si tratta, e ho immediatamente segnalato alla Presidenza del Consiglio, come è mio dovere fare, con una lettera formale e una relazione tecnica accurata, i punti non coerenti con la normativa vigente.

Si è cercato di approfittare di questo veicolo normativo senza coinvolgere né i ministri competenti né la Presidenza del Consiglio”. Lo ribadisce il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, come già anticipato nei giorni scorsi agli organi di informazione, in merito alla vicenda della norma, inserita nell’Investment Compact, che assegna la gestione di tutti i brevetti delle Università e degli Enti di ricerca all’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT)”.

L’auspicio è quello di un ripensamento della politica, perché il solo scalfire la mission di un centro di ricerca come l’IIT, che rappresenta l’eccellenza dell’intelletto italico nel mondo, non è una strategia di sviluppo economico-sociale lungimirante.