
Si parla ancora del caso della maestra che, a causa del suo lavoro sulla piattaforma per adulti Onlyfans, è stata licenziata dall’asilo parrocchiale in cui lavorava. La donna ha deciso di denunciare il compagno di una mamma di un suo alunno che ha diffuso le sue foto intime.
Ecco cosa ha detto in un’intervista di ieri a Rai News 24: “Ho smesso di fare la maestra, non voglio continuare a farlo dopo ciò che è successo. Dopo questa vicenda mi è stata rovinata la passione per questo lavoro. Mi mancano solo i bimbi ma non il contesto. Io facevo l‘educatrice da 5 anni, ma in quella struttura da 3. L’idea di aprire il profilo su OnlyFans è nata successivamente, una cosa che nasce da una forma di esibizionismo legata allo sport che faccio, alle gare la palestra… una cultura del corpo. Ho aperto il profilo verso fine gennaio, poco prima che scoppiasse lo scandalo, racconta- e non mi aspettavo succedesse tutto questo”.
Poi spiega da dove è partito tutto: “Una mamma è andata a scuola a lamentarsi di questa cosa, ma poi, a distanza di mesi, abbiamo ricostruito che il compagno di questa mamma aveva preso le mie foto, le aveva scaricate e le aveva fatte girare in un gruppo di calcetto con i suoi amici. Quindi tutto è partito da questa ‘problematica coniugale’ che poi ha portato al mio licenziamento”. Il padre di questa bambina accedendo a pagamento ad Only Fans aveva scaricato le foto, “non era un profilo pubblico”, sottolinea l’ex maestra.
Da dove giunge la polemica
Dalla parte della donna, che ha sempre detto di potere fare ciò che vuole nella vita privata, soprattutto perché con 1.200 euro al mese non si può vivere decentemente, si erano anche schierate diverse mamme degli alunni: l’hanno difesa ritenendo che non fosse influente sulla sua attività educativa l’occupazione ‘esterna’, anche se molto particolare.
La direzione scolastica, invece, l’ha prima sospesa dall’insegnamento, con tanto di stop dello stipendio, contestandole una condotta non in linea con l’impronta religiosa della struttura. Quindi, l’ha licenziata.
“So che è una scuola cattolica, quella è la fregatura. In questo senso sapevo che alla lunga questa mia scelta avrebbe potuto causarmi dei problemi. Io però non mi ricordo di aver firmato qualcosa nel contratto che riguardasse la necessità di non pubblicare contenuti social. Penso anche che questa sia l’occasione per esporre il mio punto di vista. Non mi sono vergognata e non mi vergogno di quello che ho fatto. Dal momento in cui la professione viene svolta bene e vengono trasmessi ai bambini i valori comuni, non vedo il problema. Penso innanzitutto che l’educazione principale che viene data ai figli sia appannaggio dei genitori. E ricordo che se hanno visto il mio profilo significa che sono iscritti ad OnlyFans quindi non si capisce dove stia il problema. Un’educatrice accudisce i bambini, nel resto della vita fa quello che vuole”, ha detto.
Codice etico per docenti dopo i casi Raimo e della maestra su Onlyfans
Nel frattempo il Ministero dell’Istruzione e del Merito starebbe redigendo un codice etico con norme specifiche per docenti e personale scolastico anche sui comportamenti sui social.