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La tempesta perfetta dei ricorsi

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Pare che ci sia un filo rosso che lega fra loro tutti i concorsi che il Miur ha bandito per reclutare dai docenti ai dirigenti, dagli ispettori ai funzionari, mentre, tra i meandri di tutto il complesso legislativo del ministro dell’istruzione, fa capolino una tenace volontà di non rendere la vita facile a nessuno, ai docenti in modo particolare, ma anche agli stessi burocrati che imbastiscono le carte in modo tale di lasciare al giudice l’ultima parola. Chi ricorda un concorso del Miur senza strascichi giudiziari alzi la mano.

Ebbene anche l’ultimissimo, questo riservato agli abilitati precari, sta mettendo in moto una tempesta giudiziaria” perfetta” dentro la quale si trovano gli inseganti di ruolo che vi vorrebbero partecipare, considerate le nuove classi di concorso, e valga per tutte il groviglio dei docenti di strumento musicale utilizzati nelle medie; i neo laureati che chiedono spazio per iniziare a portare la pagnotta a casa; i supplenti senza la prescritta abilitazione, ma che svolgono regolare servizio tirando coi colleghi il carretto e poi altre e variegate categorie di docenti, come gli abilitandi di sostegno, che nel corso degli anni si sono visti defraudare, per un motivo qualsiasi, il ruolo.

Ebbene ora tutte queste persone chiedono ciò che il buon senso vuole: essere stabilizzati dentro una nicchia della scuola per progettare un futuro decente. E invece al Miur questo non sta bene, ma con felicità, neanche ipocritamente celata, degli studi legali e di organizzazioni a tale scopo nate e cresciute e ingrandite. In pratica qualche milione di euro, se le premesse seguiranno i fatti, sono in palio per tutti i legali d’Italia che devono solo spartirsi una fetta ma sulla pelle già martirizzata di personale che ha difficoltà persino a sbarcare il lunario (supplenti non pagati, ferie non riconosciute ecc.). Una sorta di torta, queste delle disfide giudiziarie, su cui come mosche i legali si stanno tuffando, garantendo magari risultati brillanti, mentre nella reale e cruda realtà si staglia nell’ombra il convitato di pietra, il ministero che invece di prevenire ammala, invece di chiarire ingolfa, in attesa magari che siano i tribunali a fare le norme, lasciando così ai giudici tutta le legislazione scolastica.

 

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E i sindacati, si dirà? Qui la faccenda è delicata, perché se per un verso è grazie a loro che dei diritti importanti i docenti se li sono conquistati, dall’altro su alcune materie nicchiano, osservano senza intervenire in attesa di tempi migliori, come sta appunto avvenendo coi docenti di strumento musicali delle medie utilizzati nei licei, ma anche questi già con la carta bollata in mano. Che fanno dunque di fronte a tante incertezze? Attendiamo