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La vergogna degli organici di sostegno

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La Costituzione Italiana, e la produzione normativa relativa al tema dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, sono probabilmente le più evolute e moderne dell’Unione Europea.
Le leggi 517/1977 e 104/1992 sono, rispettivamente, due vividi esempi dell’ evoluzione di un processo normativo mai sopito, ed hanno dato l’avvio, sin dagli anni settanta, al processo di integrazione scolastica degli alunni con disabilità.
Nonostante un quadro legislativo così moderno, chiaro garante “teorico” di diritti inalienabili nei confronti di alunni con difficoltà, si assiste quotidianamente ad una violazione delle misure minime di supporto agli stessi.
Al di là dei proclami ufficiali sulla questione ad oggi, in Italia, vi sono diverse “DECINE di MIGLIAIA” di posti di sostegno in deroga affidati a personale ‘non specializzato’ che non possiede alcuna formazione specifica per i fruitori finali del servizio.
I posti in deroga vengono usati come una sorta di ‘ammortizzatore sociale’ per docenti precari o per docenti fuorisede; un modus operandi che svilisce il ruolo e le finalità sociali e formative dei docenti di sostegno.
In un Paese come il nostro, che vanta una tradizione democratica che ha fatto dell’integrazione una sua bandiera, ci si chiede, dunque, come mai le nostre istituzioni siano sorde e cieche davanti ad una situazione paradossale come questa: cattedre in deroga ovvero “temporanee” affidate a personale non specializzato.
Possibile non ci siano soluzioni?
Nelle Graduatorie ad Esaurimento, ad oggi, vi sono 5.917 docenti abilitati sul sostegno distribuiti fra: Infanzia: 2.679, Primaria: 2.091, Secondaria I Grado: 176, Secondaria II Grado: 971.
Questi numeri,  ovviamente, non coprirebbero le lacune attuali, ma la stabilizzazione di almeno TUTTI questi docenti permetterebbe lo svuotamento progressivo delle rispettive graduatorie e garantirebbe la qualità richiesta per affrontare correttamente e coerentemente il lavoro del docente di sostegno.
Sarebbe, inoltre, auspicabile che il MIUR attivi dei corsi di riconversione (corsi di abilitazione) sul sostegno per tutti i docenti abilitati su classe comune (precari e non) in modo da poter immettere “stabilmente”, su questi posti, personale “qualificato” successivamente alla stabilizzazione di quello già in possesso del titolo, invece di affidarli alla buona volontà di insegnanti chiamati a coprire temporaneamente quei posti.
Sarebbe, questa, una misura che, oltre a garantire ottimi livelli di qualità formativa, avrebbe come effetto secondario, ma non trascurabile, lo svuotamento delle Graduatorie ad Esaurimento.
Anno dopo anno, la situazione dei posti in deroga, e la sua “dubbia” gestione, peggiora con grave danno per i fruitori finali che, oltre a non avere una continuità didattica (che e’ il requisito fondamentale), non hanno nemmeno degli insegnanti qualificati che li aiutino.
Le statistiche indicano chiaramente che i posti in deroga aumentano, ma il Ministero non adotta nessuna misura per fronteggiare questo trend.
Secondo le stime attuali, vi sarebbero circa 8000 posti in deroga nella sola Roma, più di 3000 in Puglia e circa 5800 in Sicilia.
I leader politici che hanno dato vita al nuovo Governo giallo-verde, il Governo che ufficialmente inaugura la terza Repubblica, hanno più volte palesato, ed attuato, la volontà di instaurare un Ministero della Disabilità, mostrando una forte sensibilità verso questa tematica che mai NESSUNO aveva manifestato prima.
La speranza degli alunni con disabilità, e dei docenti, è che questa sensibilità si commuti in volontà politica al fine di intraprendere azioni urgenti che mirino a stabilizzare i docenti già abilitati sul sostegno ed avviare nuovi Corsi di Abilitazione-Riconversione (per abilitati su classe comune) per coprire, stabilizzandole, le cattedre in deroga.
Sarebbe, questo, un notevole cambio di rotta degno di un Paese civile ed un chiaro segno di un Paese che vuole crescere e riscattarsi dopo 30 anni di deriva culturale e sociale.
Marco Saglimbene