Il 12 marzo, all’interno della Fortezza da Basso di Firenze, ha preso il via l’undicesima edizione di Didacta Italia, la più importante Fiera nazionale sui processi di innovazione nella scuola: quest’anno la manifestazione, dedicata ai 100 anni di Indire, propone 2.300 eventi e la presenza di ben 520 aziende. Durante la cerimonia inaugurale l’intervento più seguito è stato quello del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: sollecitato dai giornalisti, il titolare del Mim ha affrontato su diversi temi di attualità, come quello del ritorno del latino nella scuola media e la promozione della scrittura degli studenti in corsivo.
Per Valditara, il latino, anche se non diventa curriculare, ma opzionale, è comunque importante “perché abitua a studiare”.
Sull’uso del cellulare nelle scuole, il ministro ha detto che dobbiamo “disintossicare i nostri bambini: il problema è che il cellulare rischia di essere un elemento di forte distrazione, di conflittualità nei confronti dello stesso docente”.
Valditara ha quindi definito “la formazione quadriennale tecnico-professionale di qualità”: secondo il responsabile del dicastero bianco, la nuova filiera della scuola secondaria “dopo la maturità può consentire l’accesso all’università o accesso diretto agli Its: è un modello fortemente nuovo. Non è un caso che quando sono stato in Etiopia, in Algeria, in Tunisia, in Egitto i ministri miei colleghi di questi Paesi mi abbiano chiesto di creare delle commissioni congiunte per importare questo modello. Credo per giugno arriveremo, tra primo e secondo anno, a circa 10.000 iscritti: è tanta roba”, perché è una delle strade “per garantire ai nostri giovani opportunità occupazionali che realizzino i loro talenti in tempi rapidi”, ha sottolineato il Ministro facendo intendere che è intenzione dell’amministrazione aumentare il numero di iscritti al 4+2.
Quindi, si è parlato di Ius Scholae e dell’iniziativa annunciata poche ora prima dalla sindaca di Firenze, Sara Funaro, di riconoscere la cittadinanza onoraria a chi frequenta la scuola per almeno cinque anni: “noi apprezziamo”, ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, perchè qui “c’è un modo di fare comunità che vede nella scuola elemento centrale e questo è un messaggio che vogliamo dare a livello nazionale“.
Tuttavia, secondo Valditara “tutte queste sono belle dichiarazioni di principio ma poi concretamente è l’integrazione che deve essere realizzata e noi per la prima volta abbiamo messo dei soldi” per “potenziare l’insegnamento della lingua italiana e il prossimo anno per assumere alcune migliaia di docenti specializzati nell’insegnamento dell’italiano agli stranieri”, ha concluso il ministro.