Home Politica scolastica Le leggende metropolitane sul “progetto Reggi”

Le leggende metropolitane sul “progetto Reggi”

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Come spesso accade in questi casi, la notizia sull’idea del Governo di rivedere orario di lavoro dei docenti e di disporre l’apertura delle scuole fino alle 22 ha scatenato una ridda di ipotesi, molte delle quali palesemente improponibili.
Per non parlare delle vere e proprie leggende metropolitane che si sono diffuse nelle ultime ore.
La più curiosa riguarda la possibilità per i docenti di prestare ore aggiuntive in modo da incrementare il proprio stipendio fino a 3mila euro mensili.
E’ del tutto evidente che si tratta di una vera e propria leggenda che non può avere alcun fondamento.
Basta considerare che a 3mila euro arriva oggi, a mala pena, un dirigente scolastico che sia in servizio da un bel po’ di anni.
I dirigenti entrati in ruolo con l’ultimo concorso veleggiano tra i 2600 e i 2800 euro mensili e non possono neppure “arrotondare” con la retribuzione di risultato (3mila euro lorde all’anno) che in molte regioni non viene neppure erogata perché i contratti integrativi sono fermi.
L’altra “bufala” è quella relativa alle scuole aperte fino alle 22, perché in questo caso bisognerebbe sapere cosa ne pensano gli enti locali che già adesso hanno serie difficoltà a pagare luce e riscaldamento per 6-8 ore al giorno, figuriamoci se dovessero garantire l’apertura fino alle 22.
Ma evidentemente al Ministero, dove notoriamente ci si occupa di alta cultura e non di quisquilie, non sanno che Enel e aziende fornitrici di calore non sono esattamente enti di beneficenza e, normalmente, a fine mese emettono una regolare bolletta.
Ecco, quello che stupisce delle “sparate” che si sono lette oggi è il pressapochismo e la faciloneria che sono francamente indegni di un Paese che proprio in queste ore si appresta a dare avvio al semestre europeo.
Ma per fortuna, oggi, a Strasburgo, nessuno ha chiesto a Renzi come pensa di convincere province e Comuni a tenere aperte le scuole fino a tarda sera. A noi, però, il dubbio resta.