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Le promesse e le soste della ‘Buona Scuola’

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La Buona Scuola? Tra impegno e promesse, tra soste e passi avanti; ma per capire quante promesse siano state mantenute e quante invece attendono ancora tra le fermate della cosiddetta riforma,
Skuola.net rivela un’analisi dettagliata dell’ANQUAP, Associazione Nazionale Quadri Amministrazioni Pubbliche, in una serie di slide presentate lo scorso 3 novembre.

Secondo ANQUAP ci sono una serie di fattori innovativi che fanno respirare un po’ di aria fresca alla scuola. Parliamo dei nuovi strumenti che la legge 107 fornisce per la flessibilità organizzativa e didattica, delle nuove assunzioni dei prof, le loro modalità di reclutamento, la formazione obbligatoria e tutti i 581 milioni di euro che gli vengono lasciati in dote. E poi finalmente si investe sugli studenti.

La Buona Scuola dà loro obiettivi formativi, insegnamenti opzionali, attività educative, ricreative, culturali, artistiche, sportive e chi più ne ha, più ne metta. Senza contare che finanzia l’alternanza scuola lavoro con ben 100 milioni di euro, così come la didattica laboratoriale.

E poi ancora, aumenta i finanziamenti alle scuole, impone una definizione triennale del piano dell’offerta formativa e valorizza il ruolo dei presidi definendo anche le regole per la loro valutazione. Tutto bello e fattibile, tanto che già si sta realizzando.

Infatti, a oggi La Buona Scuola sembra essere a buon punto, secondo ANQUAP. Il piano straordinario delle assunzioni dei prof è quasi completato, così come sono stati assegnati e in parte erogati i finanziamenti alle scuole per l’a.s. 2015/2016. Buone notizie pure se parliamo di alternanza scuola – lavoro visto che è stata emanata una guida operativa. Arrivato anche il bonus di 500 euro per la formazione dei prof e il decreto sul periodo di formazione e di prova dei neo assunti è stato emanato.

Tuttavia, tuttavia ci sarebbero dei punti che restano ancora solo parole. Una sorta di promesse in attesa di essere mantenute, tanto che ANQUAP parla di “riforma incompleta”. La tanto decantata legge 107 “sarà completata quando verranno emanati importanti decreti deleganti”. Decreti che devono andare a sostituire il D. Lgs. 297/94 con un Testo unico sulla scuola e sistemare la questione del riordino della formazione iniziale per accedere all’insegnamento. Deve essere inoltre ancora emanata una riforma per il sostegno e pensato un sistema integrato di istruzione 0 – 6 anni. E poi soprattutto bisogna capire come rendere efficace il diritto allo studio definendone livelli essenziali e prestazioni. La cultura umanistica deve essere promossa e diffusa, il percorso di istruzione professionale rivisto. Insomma, c’è ancora tanta strada da fare.

E se questi sono i punti sui quali la 107 deve ancora intervenire, ce ne sono tanti altri che, secondo ANQUAP, non ha proprio preso in considerazione. Infatti la riforma avrebbe diversi limiti che riguardano:

#5 Il ruolo del Miur

La sua definizione è stata affrontata solo parzialmente. Un punto molto importante considerando che in passato molte autonomie scolastiche si sono trovate a dover affrontare normative complesse e che non riguardavano solo le scuole. Da sole e con non pochi problemi.

#4 Scuole e enti territoriali

Che tipo di rapporto esiste tra loro? Non sembra ancora chiaro.

#3 Scuole senza preside

la speranza è che si torni sulla questione delle scuole sottodimensionate che condividono il dirigente con altri istituti. E che creano di fatto la situazione dei presidi fantasma con tutti i problemi a questa legati.

#2 Oltre prof e presidi

Non solo prof e studenti. Forse molti non sanno che esiste il Direttore dei servizi generali amministrativi, colui che si occupa dell’amministrazione finanziaria e della gestione dell’altro personale non docente. E poi c’è il personale ATA, quello che di fatto lavora chiuso nelle segreterie scolastiche. Per non parlare dei preziosissimi collaboratori scolastici. Ecco, questi sono i grandi assenti de La Buona Scuola.

#1 Stipendi

ANQUAP sostiene che sarebbe il caso di intervenire anche sull’indennità mensile spettante ai Direttori dei servizi generali amministrativi che lavorano in due scuole, e modificare le modalità di calcolo per quella di funzioni superiori agli assistenti amministrativi che li sostituiscono.