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Legge 107, Uil: asservita alle logiche del mercato, va cambiata. Forse è il momento buono

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La legge 107 non funziona nei suoi principi guida, è un progetto naufragato: va modificata perché sta creando forte preoccupazione, confusione e tensioni nelle scuole.

A dirlo è stato Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola, dal palco della IX Conferenza di organizzazione della Uil, che nell’occasione ha chiesto al governo di prendere “atto della situazione”.

“Gli insegnanti sono preoccupati o furibondi. Abbiamo proposto buone idee e soluzioni possibili. Sulle situazioni più critiche c’è già un primo confronto con il Miur. Ora è il momento di essere veramente molto seri”, ha detto Turi lanciando quindi un appello anche all’amministrazione scolastica. Il riferimento, anche se non citato, è alla chiamata diretta, ma anche alle nuove modalità di trasferimento su ambito. E pure al bonus annuale del “merito” professionale.

“Le riunioni avviate – ha continuato il sindacalista -, se veramente orientate alla risoluzione delle questioni in atto, potranno fornire i fondamentali per attuare, pezzo per pezzo, le soluzioni necessarie. E su questo non ci siamo risparmiati abbiamo proposto idee buone e fattibili”.

“La scuola è parte importante del pubblico impiego: agli insegnanti e al sistema scolastico è affidata la tenuta – ha aggiunto Turi, riportando l’attenzione sul negoziato per il rinnovo del contratto – anche in questo momento di estrema, assoluta difficoltà del Paese. Accanto al sistema produttivo, alla preoccupazione sociale è alla scuola che si guarda per tornare alla normalità”. 

L’atteggiamento errato del Governo, secondo il leader della Uil Scuola, non è tale solo nei confronti dell’istruzione pubblica, “frequentato dal 93% degli studenti del nostro Paese”.

“Scuola, sanità, pubblica amministrazione, lavoro, ambiente, pensioni, fisco: sono terreni che, se lasciati all’attuale tendenza politica che marginalizza il ruolo delle persone per asservirle alle logiche del mercato  – ha aggiunto nella sua relazione Turi –  vedranno imporre ai lavoratori i sacrifici che da soli stanno già sopportando”.

“Occorrono strumenti ed idee nuovi non solo di contrasto, per sostenere le battaglie a tutela delle persone e dei lavoratori in un mondo che è in continua evoluzione e che non consente di avere ritardi, sia nell’analisi che nell’azione. Noi siamo pronti a metterli in atto”, ha concluso il sindacalista Confederale.

Quante possibilità ci sono che l’appello di Turi venga accolto? In estate, avremmo detto poche. Ora, però, a meno di un mese dal voro referendario, fondamentale per il proseguio e le priorità di questa legislatura, è probabile che possano lievitare. Intendiamoci, non di certo per cambiare la legge 107, ma per agire su adozioni ministeriali e soprattutto sui decreti attuativi. Non sarebbe poco.

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