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Lettera ai ragazzi che hanno manifestato per una buona scuola

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Carissimi ragazzi, sono passati solo due giorni dal vostro lancio di vernice sui poliziotti e sembra che ne siano passati mille. Nel senso che, ripulite le divise e le strade dai rifiuti, è giusto il tempo di ragionare. Siete connessi?

Due parole su alcune verità che alcuni vostri adulti di riferimento (anche proff.) non sono stati capaci di dirvi. Quando i ragazzi sanno la verità sono scomodi. Conveniva tenervi all’oscuro. “La libertà di pensiero si coltiva con la cultura e la scienza”. Ragazzi solo un approccio critico alla realtà vi renderà autorevoli e farà volare alto i vostri pensieri, alto oltre ogni strumentalizzazione. Questo non conviene a chi vi gestisce.

Il “contro” della vostra protesta di ieri era il governo Renzi, reo di aver varato la scuola di classe.

‘Contro la scuola di classe’; ‘Renzi, Giannini come la Gelmini’; ‘Nella nostra buona scuola la lotta è di classe’; ’12 Marzo, Una generazione che non si arrende’. E ancora, ‘Contro la scuola dei padroni 10, 100, 1000 occupazioni’.

Ritrovo spesso la parola “classe”. Allora, ragazzi, vorrei davvero che voi lottaste contro la scuola di classe, contro i padroni. Ma per far questo occorre che voi sappiate chi sono i “padroni” della vostra mente, che vi impastano il cervello.

Vi siete mai domandati chi nel Pianeta Terra ha la responsabilità educativa sui bambini, sugli adolescenti, sui giovani che sono figli? Chi, cioè, ha il compito di renderli persone libere?

Sono i genitori, è la famiglia, ed è così fin dall’età della pietra. Il padre insegnava al figlio come si accende il fuoco e la madre lo educava con i racconti, la narrazione, il gioco. Poi sono sempre i genitori che nell’età classica affidano il figlio al liberto greco (bhè, non tutti si chiamavano Alessandro il Macedone, che aveva come maestro Aristotele!) sino alla nascita della Scuola nell’età moderna, passando dalle università medievali.

Dunque, responsabilità educativa implica libertà di scelta educativa. Altrimenti, la famiglia sarebbe responsabile di che?

 

Ovviamente per scegliere ci vuole una scelta tra più elementi. Per questo i Costituenti, che avevano sale in zucca, hanno scritto: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”. Questo non dice ciò che gli impastatori dei vostri cervelli vogliono farle dire; semplicemente, se vuoi fare una scuola, te la costruisci; ma poi, dato che è un servizio pubblico, la Costituzione aggiunge: “La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali”.

Quindi non devono esistere alunni di serie A e di serie B… Non importa chi costruisce i muri della scuola! Ragazzi, bisogna essere proprio un’aquila per capire questa cosa? In tutta Europa (tranne Grecia e Italia) l’hanno capita.

In Francia andare a scuola in un istituto paritario costa 700 euro all’anno: meno dell’ultimo modello di IPhone (scommetto che qualcuno del vostro corteo ce l’aveva… un prof. non se lo può permettere. Alla faccia della scuola di classe!). A dirla in modo raffinato, in Italia si riconosce il diritto di scegliere la scuola pubblica (statale o paritaria, ripeto) ma non lo si garantisce. Elegantemente, dico che è una “presa in giro”. Nei confronti dei vostri genitori, prima di tutto. E anche per voi. Persino la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (emanata dopo la nostra Costituzione) rivendica la libertà di scelta educativa sia per l’individuo che per la famiglia.

 

Ragazzi, usiamo il cervello: chi non lo fa è un tronco, come diceva il bravo maestro di Alessandro Magno, quello di prima. Rivendicate una scuola pubblica – statale e paritaria – per tutti che non escluda nessuno.

Una scuola pubblica buona, per cui siano rase al suolo (con spargimento di sale, come a Cartagine) le cattive scuole pubbliche, statali e paritarie. E scuola buona vuol dire professori buoni, anzitutto istruiti (non è scontato), poi onesti e intelligenti, visto che hanno a che fare con voi.