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L’Italia accoglie bambini palestinesi bisognosi di cure, tra loro Adam, l’unico superstite di 10 fratelli

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L’Italia accoglie sei minorenni bisognosi di cure mediche particolari e fra loro c’è anche il piccolo Adam, il figlio di una dottoressa palestinese e unico sopravvissuto di 10 fratelli morti durante un bombardamento. 

Dei sei, atterrati a Milano con aerei dell’aeronautica militare, tre saranno operati in Lombardia e tre in Piemonte. Il piccolo Adam sarà ricoverato al Policlinico di Milano, mente altri di andranno all’Ospedale di Niguarda di Milano e al Giovanni XXIII di Bergamo. 

Si tratta di una importante operazione di evacuazione sanitaria da Gaza, in Palestina, che coinvolge minori feriti e malati per un totale di 17 pazienti e 53 loro familiari accompagnatori, 70 persone in tutto, e che ha ottenuto la gratitudine da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l’impegno umanitario nel fornire cure mediche ai 17 bambini palestinesi.

Il volo umanitario rappresenta un passo importante in un contesto sanitario drammaticamente compromesso dalla guerra. Secondo l’Oms, oltre 10 mila pazienti a Gaza necessitano urgentemente di evacuazione per ricevere cure salvavita, nella speranza che “più di 10.000 pazienti ancora in attesa di cure urgenti possano essere evacuati rapidamente, attraverso tutte le rotte possibili, compresa la Cisgiordania e Gerusalemme Est”. 

Il ministro degli esteri Tajani ha così commentato: “Non è un’operazione soltanto umanitaria, è il lavoro sodo dei diplomatici. Lo stiamo facendo dall’inizio della guerra. Siamo pronti a continuare ad accogliere altri bambini e voglio ringraziare per questo la nostra ambasciata Tel Aviv, il nostro consolato generale a Gerusalemme, l’unità di crisi del ministero degli Esteri e, naturalmente, l’aeronautica militare per lo straordinario lavoro che stanno per concludere. Siamo riusciti a ottenere il nulla osta per fare lasciare Gaza a un’ottantina di persone, sono bambini, giovani che possono essere curati nei nostri ospedali accompagnati dalle loro famiglie.

I bambini “saranno curati nei migliori ospedali pediatrici, perché poi possano veramente riprendere la loro vita normale con le loro famiglie”.