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M5s e Pd: “No al consenso informato. Approccio ideologico e medievale”. Sasso (Lega): “Il ddl Valditara è argine alla deriva progressista”

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S’ode a sinistra uno squillo di tromba e a destra risponde uno squillo: più che il manzoniano Conte di Carmagnola, vale la schermaglia fra destra e sinistra attorno alla scuola su cui sarebbe opportuno trovare punti di convergenza, piuttosto che dissidi, nella considerazione che essa appartiene a tutti e farne strumento ideologico, da una parte o dall’altra, non appare coerente col nobile fine dell’istruzione che è quello di preparare la nuova classe dirigente, di educare alla cittadinanza, di avviare al buon governo e alla comprensione del mondo.

Né crediamo infatti che in altre parti del mondo ci sia tanto accanimento fra le “coalizioni politiche” relativamente alla scuola, né leggiamo che l’una al suo arrivo al governo stravolga o modifichi ciò che l’altra ha predisposto, secondo la sua idea proprio il baluardo della conoscenza e della cultura, cosicché ogni coalizione che sale si comporta in qualche modo come Brenno: guai ai vinti, mettendo il peso della sua forza elettorale sulla bilancia.

Ma tant’è. 

L’ultimo caso scoppiato riguarda il cosiddetto “consenso infornato” per aderire alle lezioni di “educazione sessuale” o “sentimentale” a scuola. Dice la destra: chi vuole avvalersi dell’educazione sentimentale a scuola, deve essere autorizzato dai genitori. Risponde l’opposizione progressista: l’istruzione non vuole autorizzazioni, mentre sono i ragazzi più deboli socialmente, quelli che paradossalmente ne hanno più bisogno, a rischiare questo tipo di insegnamento.

E su questo scoglio, fra Scilla e Cariddi, ecco cosa è successo ieri in Commissione cultura alla Camera.

Prendono la parola Antonio Caso (M5S) e Irene Manzi (PD), che tuonano: “Oggi in Commissione Cultura si è consumato un fatto grave e profondamente preoccupante. Erano in votazione gli abbinamenti alla proposta di legge sul consenso informato in ambito scolastico, ma la maggioranza ha deciso di escludere senza esitazione le proposte del Movimento 5 Stelle, a prima firma Ascari, e del Partito Democratico, a prima firma Manzi, entrambe incentrate sull’educazione affettiva e sessuale nelle scuole. Un tema fondamentale, quello dell’educazione ai sentimenti, al rispetto, alla consapevolezza di sé e dell’altro, che viene ancora una volta ignorato per pura scelta ideologica. 

“Ben diverso, invece, il trattamento riservato alla proposta del deputato leghista Rossano Sasso, noto per la sua ossessione nel combattere l’inesistente teoria gender e per le sue crociate contro ogni avanzamento civile in tema di diritti. Quella proposta, nonostante il suo impianto retrivo e arretrato, è stata tranquillamente abbinata. 

“È evidente che questa maggioranza, che sostiene Giorgia Meloni, non conosce né il significato né il valore del dialogo parlamentare. 

Sceglie scientemente di silenziare le voci che si battono per un’educazione libera, laica e rispettosa, necessaria per affrontare un fenomeno drammatico come la violenza di genere, che non può più essere ignorato e che deve trovare nella scuola uno dei primi ambiti di prevenzione e formazione. 

Su questi temi non si può continuare a procedere con un approccio ideologico e medievale. Servono serietà, responsabilità e il coraggio di dare agli studenti gli strumenti per crescere liberi dalla cultura della sopraffazione e della discriminazione, ma quando si tratta di avere un approccio serio e responsabile come al solito la maggioranza si tira indietro. Ovviamente non finisce qui, faremo di tutto per impedire storture e misure ideologiche utili solo a riportare l’Italia indietro nel tempo sul fronte dei diritti”.

E a destra, risponde l’altro squillo, per tocco di Rossano Sasso, della Lega, capogruppo in commissione Cultura, Scienza e Istruzione: “Le accuse di omofobia e medievalismo delle sinistre sono ridicole e patetiche. Il Ddl Valditara pone un argine alla deriva progressista delle sinistre nella scuola e dice semplicemente questo: da ora in avanti ci dovrà essere il consenso delle famiglie prima di affrontare temi delicati a scuola. Non vietiamo nulla, anzi, vogliamo che le cose vengano fatte per bene ma non consentiremo la diffusione dell’ideologia gender a scuola. Ma a Pd e M5S questo non interessa: a loro dispiace che non potranno più vedere drag queen in classe come accaduto a Napoli, attivisti trans in prima elementare a confondere i bambini come accaduto a Pavia o laboratori per bambini trans di 5 anni come accaduto a Roma. E pensare che avevamo anche aperto al dialogo con l’opposizione, è evidente che a chi ha come leader politico non Berlinguer ma qualcuno che balla sui carri del gay pride, non interessino i diritti ma attaccare la Lega e il Governo”.

Dunque, a parte tutte le altre considerazioni, capiamo pure che per Sasso ballare sui “gay pride” non è politicamente corretto, né accettabile avere un orientamento sessuale diverso da quello apparente. Una Weltanschauung diversa rispetto alla sinistra, mentre si dimentica che certe conquiste sociali prima o dopo arrivano alla loro maturazione. Negli anni “50 parlare di divorzio era blasfemo, come di aborto. Oggi, sono normali leggi dello stato di cui tutti si avvalgono, anche chi, all’epoca, si oppose.