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Mancano artigiani e tecnici orafi

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Designers, tecnici qualificati, figure che lavorino sull’incastonatura dei preziosi: profili professionali di cui hanno bisogno le imprese di oreficeria e argenteria della provincia di Arezzo e che però non riescono a trovare e viene lanciato un sos: occorre “supportare le aziende nella formazione di nuove figure professionali e migliorare e riqualificare quelle già esistenti”, se si vuole assicurare un futuro al settore orafo.

“Ormai da alcuni anni il settore orafo è orientato verso una produzione diversificata e di alto livello. Le aziende si sono trasformate da produttrici di catename a produzioni che presuppongono l’utilizzo di tecnologie avanzate, nuove tecniche di produzione e nuovi materiali, legati alla moda e al fashion. La Consulta dei produttori orafi e argentieri intende porre l’attenzione a tutto il settore della formazione professionale in quanto deve supportare le aziende nella formazione di nuove figure professionali e migliorare e riqualificare quelle già esistenti”: dicono gli addetti.

 

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La carenza di formazione specifica è dunque un problema, sottolineano orafi e argentieri, e “nonostante la crisi attuale dei mercati arabi, dal Rapporto Excelsior della Camera di commercio emerge che solo nel 1° trimestre 2016 il fabbisogno di nuovi lavoratori espresso dalle aziende orafe risultava di 40 lavoratori. Se consideriamo che ad Arezzo gli iscritti ai corsi per orafi sono circa 15 ogni anno, è ovvio rilevare che esiste un gap considerevole tra domanda e offerta di lavoro”.

“Da una parte, quindi, è necessario che le scuole e l’università adeguino la propria offerta formativa alle esigenze delle aziende e, dall’altra, è necessario che le famiglie e i giovani tengano conto che il settore orafo può offrire delle opportunità lavorative e di crescita”.

“E’ necessario riqualificare gli Istituti professionali presenti nel nostro territorio come ad esempio l’Istituto professionale Margaritone di Arezzo, l’unico istituto che ha una sezione dedicata al settore orafo, ed è altresì importante – afferma Giordana Giordini, presidente della Consulta – orientare i giovani studenti verso queste tipologie di percorsi formativi al fine di tener salda la lunga tradizione orafa del territorio. Tali percorsi devono essere strutturati prendendo in considerazione le nuove esigenze del mercato dell’oro, inserendo per esempio materie legate al design e alle nuove tecnologie, confrontandosi direttamente con le imprese del settore attraverso anche i tirocini aziendali e progetti di alternanza scuola/lavoro”.