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Maturità, dall’anno prossimo si cambia? Valditara: “Va verificato quanto il percorso scolastico ha inciso sullo studente”

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Esami di maturità, dall’anno prossimo si cambia: a dirlo, ai microfoni de La Stampa, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che già qualche giorno fa aveva discusso in merito proprio alla denominazione ufficiale dell’esame di stato.

Ecco le parole del numero uno di Viale Trastevere: “Bisogna rendere più coerente l’esame di Stato con una scuola che sappia porre al centro un concetto dimenticato dai giovani che sempre più spesso vogliono rimanere adolescenti e dagli adulti che in molti casi sembrano voler tornare all’adolescenza: quello della maturità. Insomma l’esame di Stato ha un senso rispetto agli scrutini di ammissione se sa guardare alla formazione integrale ed armonica della persona, alla sua capacità di affrontare le sfide future della vita con responsabilità e autonomia, qualcosa in più rispetto alla
semplice verifica degli apprendimenti sulle discipline dell’ultimo anno”.

“Sto ragionando su come ripristinare il concetto di esame di maturità perché esame di Stato è molto freddo, non corrisponde ad una scuola che punti alla valorizzazione integrale della persona affiancando istruzione ed educazione. La valutazione seria di quanto si è appreso è fondamentale ma bisogna verificare anche quanto il percorso scolastico ha inciso sulla maturazione complessiva dello studente, che cosa gli ha trasmesso”.

Femminicidi, il contrasto parte dalla scuola?

Poi Valditara ha discusso in merito alle misure relative al contrasto della violenza di genere messe in campo a scuola: “Nelle nuove linee guida sull’educazione civica, l’educazione alle relazioni e al rispetto, in particolare nei confronti delle donne, è diventata un obiettivo di apprendimento obbligatorio e vincolante. Si sarà valutati anche su questo, si tratta di corsi interdisciplinari che non si esauriscono nelle 33 ore di educazione civica ma sono svolti negli orari dei programmi curricolari. Non si è mai fatto prima. Mancava, però, un’adeguata formazione degli insegnanti. Attraverso un progetto di circa 15 milioni di euro, da settembre con Indire provvederemo a formare i docenti facendo questo ulteriore salto di qualità. Anche un paragrafo delle nuove Indicazioni nazionali sarà dedicato a educare al rispetto”.

“Abbiamo inviato un questionario alle scuole superiori proprio per verificare l’attuazione concreta delle nuove linee guida sull’educazione civica. Su 2678 istituti hanno risposto 2322. Il 96,9% ha applicato le nuove linee svolgendo attività di educazione al rispetto verso la donna. Sono state coinvolte 54.047 classi per un totale di oltre 860mila studenti. L’87,4% dei corsi attivati sono curricolari smentendo chiunque dica che si tratta di attività facoltative e non vincolanti. Nel 68,5% dei casi le scuole hanno risposto di aver registrato positivo cambiamento di comportamento degli studenti dopo aver frequentato i corsi”, ha aggiunto il ministro.

Dl Pnrr scuola, le misure per gli idonei

Infine Valditara ha parlato di quanto è stato fatto per gli idonei dei concorsi docenti: “Per gli idonei vorrei ricordare che, secondo quanto disposto dal precedente governo con un ministro in quota Pd, tutti gli idonei avrebbero dovuto rifare il concorso. Noi invece li abbiamo salvati e abbiamo avviato un percorso per loro dopo una non facile interlocuzione con la Commissione europea, ottenendo alla fine delle aperture importanti. La Cgil e l’opposizione ragionano come se non fossero stati presi con l’Europa impegni vincolanti da chi ci ha preceduto”.

Che cosa prevede il percorso? “Consente un’immissione graduale di tutti gli idonei. Daremo, infatti, a tutti la possibilità di essere assunti a tempo indeterminato, in parte nella regione di residenza e in parte, nel caso non ci siano cattedre
disponibili, trasferendosi in altre regioni”, ha concluso.

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