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Meno alunni meno scuole, arrivano i maxi collegi dei docenti da 250 insegnanti: ecco il nuovo dimensionamento. Insorge la Gilda: non siamo in fabbrica!

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La denatalità porterà alla lunga una riduzione dei plessi scolastici, quindi dei presidi e dei Dsga. Il piano, approvato nell’articolo 99 del decreto legge della manovra di fine 2023, rientra nel cosiddetto “dimensionamento scolastico” e non è altro che la prosecuzione dalla linea intrapresa già dall’ultimo Esecutivo Berlusconi, che tagliò almeno 2mila istituti autonomi; come pure dal precedente Governo, guidato dall’ex premier Mario Draghi, che ha previsto la riduzione progressiva di investimento pubblico per l’istruzione rispetto al Pil, con circa mezzo punto in meno rispetto ad oggi da raggiungere entro il 2025. È in questo processo che si colloca la sparizione delle scuole autonome più piccole, che verranno aggregate ad altre, con il risultato che un preside si troverà alla guida di molti più classi, studenti, docenti e Ata rispetto ad oggi.

I sindacati non l’hanno presa bene. La questione del dimensionamento scolastico “preoccupa” il coordinatore nazionale della Gilda Rino Di Meglio “non tanto – ha detto all’Adnkronos – perché diminuiscono i posti ma per la dimensione disumana che stanno assumendo le scuole italiane”.

“Si compromettono i rapporti tra dirigente e insegnanti perché il numero li rende problematici e si rende impossibile il buon funzionamento del Collegio dei docenti. Come si fa – chiede – in un collegio di 250 persone a ragionare sui problemi della didattica e degli alunni? La Scuola non è una fabbrica”.

Il progetto di riduzione del numero delle scuole, ha detto all’agenzia di stampa il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, “è uno degli elementi più gravi di questa manovra complessivamente deludente per i nostri settori. L’accorpamento degli istituti si configura nei fatti come un vero e proprio taglio che ancora una volta andrà a colpire le regioni e i territori più deboli”.

“Già nei prossimi due anni – evidenzia Sinopoli – potremmo assistere alla scomparsa di oltre 700 istituti, un “risultato” al quale si arriva innalzando gli attuali parametri minimi per la costituzione delle autonomie scolastiche che passano da 600 a 900-1.000 alunni. In questo modo verranno ridotti i posti di organico di oltre 1.400 dirigenti scolastici e Dsga”.

“E la riduzione – denuncia – è destinata inesorabilmente ad aumentare nel tempo, fino all’anno scolastico 2031/2032 quando le autonomie scolastiche passeranno dalle attuali 8.136 a 6.885. Di fronte a questa situazione – annuncia Sinopoli – non possiamo che preannunciare una forte mobilitazione della categoria”.

“Abbiamo letto dalla legge di bilancio – ha detto la segretaria generale della Cisl Scuola, Ivana Barbacci  – che c’è un intervento sulla riorganizzazione della rete scolastica anche e soprattutto in ordine al progressivo calo degli studenti da qui ai prossimi dieci anni. E’ chiaro – evidenzia sempre all’Adnkronos – che i dati della denatalità portano con sè una criticità forte, e l’intervento che si prospetta è un intervento che era già previsto dai precedenti governi che non è mai arrivato in forma compiuta e che ora è probabile che arrivi in approdo con la prossima legge di bilancio”.

“A noi – spiega Barbacci – interessa, da un lato, stabilizzare le istituzioni scolastiche per quanto riguarda la loro tenuta sul territorio e la garanzia di fornire servizi adeguati ai cittadini e agli studenti, e garantire anche, dall’altro lato, la tenuta degli organici sia dei dirigenti scolastici che dei Dsga”. 

Secondo Barbacci va superata “le criticità delle reggenze perché in alcune regioni, soprattutto quelle del nord Italia, c’è più del 50% delle scuole che sono in reggenza e questo crea un grave danno anche proprio per l’efficacia del servizio che si può fornire nelle scuole che sono prive, loro malgrado, di dirigente titolare. In queste prossime ore – annuncia – abbiamo avviato un confronto con il ministro e con il governo per andare a correggere eventuali situazioni di criticità”. Secondo Barbacci, infine, “dobbiamo tener fermi gli organici, in particolare dei docenti e del personale Ata, per evitare che si riduca l’offerta formativa o che si torni con i tagli lineari a una condizione di fragilità di cui ancora paghiamo le conseguenze rispetto ad azioni del passato”.

Il sindacato Anief, infine, ha detto di essere d’accordo con il ministro Giuseppe Valditara quando dice di volere confermare nei prossimi anni gli organici del personale docente, nonostante la denatalità e di voler valorizzare il personale Ata e Dsga.

Ma il sindacato autonomo precisa anche che “le scuole autonome hanno bisogno di un organico aggiuntivo nel prossimo triennio per poter affrontare tutte le sfide del PNRR e non perdere le risorse. “Per questi motivi – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – stiamo facendo presentare degli emendamenti ai provvedimenti di conversione delle leggi di fine anno”.