Home Politica scolastica Noi, docenti, non dimenticheremo!

Noi, docenti, non dimenticheremo!

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Tra i tanti scritti si vuole scegliere alcune righe di una lettera aperta di una docente delusa dall’esito parlamentare della riforma e il commento di un lettore ad un post pubblicato sulla pagina Facebook di Francesco Luccisano, principale estensore del documento del Governo “La Buona Scuola“ e capo della segreteria tecnica del Miur.

Cominciamo con lo stralcio della lettera della docente che si rivolge al Governo: “Tutto vi siete concessi tutto usando la forza, diversamente non avreste potuto non ce l’avreste mai fatta ma non v’illudete. No, non v’illudete la vostra arrogante violenza istituzionale non vi metterà al riparo dalla nostra intelligenza. Sapremo rispondere, noi siamo tanti, siamo di più, molto di più di voi e abbiamo mezzi più forti delle vostre tv o della vostra carta straccia, abbiamo la nostra intelligenza, la nostra determinazione e la passione per la nostra professione. Una passione non soggetta ad alcuna ambizione di denaro e potere, ma dettata solo dall’amore per il Paese e dall’altissimo senso di devozione verso la nostra costituzione e la storia che l’ha partorita“.

Per finire con il commento su Facebook di tutt’altro parere: “Per essere seri, riformare la scuola pubblica è inutile. Come ti dicevo ai tempi dell’università, la scuola è roccaforte del sindacato e dello statalismo più estremo e retrivo, anche se allora venivo sbeffeggiato. L’arma di molti professori nella protesta è stata inondare i profili dei parlamentari PD minacciando di non votarli più. La scuola pubblica non funziona, non è meritocratica ed è inscalfibile nella sua grettezza. Alla fine Renzi e la Giannini vogliono restare in sella e accetteranno compromessi al ribasso. Il risultato sarà tantissimo rumore per quasi nulla. Via lo Stato dall’istruzione pubblica, voucher alla famiglia, stipendi legati al risultato della scuola: le scuole migliori attrarranno più studenti e di conseguenza gli insegnanti. A tutti i prof si dice ‘signori e signore, se non vi sta bene avete un anno di tempo per costituire la vostra scuola, visto che dite di seguire una missione, oppure vi cercate un altro lavoro’. Ovviamente ciò richiederebbe un Governo che non ha paura della rielezione, merce assai rara“.

Posizioni e riflessioni contrapposte che non promettono nulla di buono, in quanto la politica deve stare al servizio dei cittadini e non seguire strategie speculative.

Insomma due facce della stessa medaglia: la martoriata scuola pubblica statale.