Home Alunni Occupazione liceo Tasso Roma, un alunno: genitori iperprotettivi, hanno coperto la nostra...

Occupazione liceo Tasso Roma, un alunno: genitori iperprotettivi, hanno coperto la nostra voce in modo inutile e superficiale

CONDIVIDI

Si discute ancora dell’occupazione del liceo Tasso a Roma, avvenuta lo scorso dicembre. Dopo i danni causati alla scuola dagli occupanti, che si sono autodenunciati, il dirigente scolastico ha deciso di prendere seri provvedimenti contro di loro, con la lode del ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara.

Occupazione Tasso, sanzione spropositata?

Si discute anche del ruolo dei genitori del liceo, alcuni appartenenti al mondo della politica, i quali hanno protestato contro le misure del preside. Uno degli studenti che ha occupato è stato ospite di In Altre Parole, su La7, condotto da Massimo Gramellini. “I genitori hanno coperto la nostra voce, il ruolo dei genitori deve rimanere tra le mura domestiche. Lo studente va a scuola per responsabilizzarsi, e le azioni che compie secondo me devono andare anche incontro alla sanzione. A mio avviso in questo caso è stata però sproporzionata. Se ci sono conseguenze da pagare le paghiamo noi studenti”, ha detto lo studente.

“I genitori sono spaventati e iperprotettivi nei confronti dei figli. Il loro comportamento è inutile e superficiale, noi ci siamo autodenunciati sapendo benissimo a cosa andavamo incontro. La nostra è una lotta politica contro una repressione. Il ministro loda chi reprime ma gli mandiamo lettere e occupiamo non spende alcuna parola”, ha aggiunto polemicamente.

Ecco il commento del docente e cantante Roberto Vecchioni: “Per i benpensanti voi siete solo dei banditi. Invece siete dei testimoni, dalla parola ‘contestare'”.

Rosy Bindi: “La scuola deve essere inclusiva”

Presente per intervenire al dibattito anche l’ex ministra Rosy Bindi, che ha detto: “Per me era il contrario, i genitori non davano ragione ai docenti. Delle occupazioni non apprezzo forme di vandalismo, ma credo che questa generazione debba farsi sentire ancora di più. Sarebbe bene se si aprisse un dialogo, anche con i genitori”.

La politica ha anche parlato di inclusione a scuola, alla luce delle parole di Enrico Galli della Loggia: “La scuola inclusiva è la vera sfida di oggi. È sempre stata la sfida della scuola. Nella vita della famiglia di solito si è protetti. Poi a scuola si incomincia a stare al mondo e e la scuola è in qualche modo lo specchio della società, dove siamo tutti differenti e e dobbiamo imparare a stare insieme tra persone diverse. Quindi la scuola deve essere inclusiva nella misura in cui riesce ad accogliere proprio le persone che sono in maggiore difficoltà e portatori di forme di handicap. Persone in una famiglia meno colta, più povere, che abitano più lontano dalla scuola: la comunità scolastica deve farsi carico di tutto questo, per non lasciare indietro nessuno”. 

La lettera del dirigente scolastico

Come abbiamo scritto, il dirigente scolastico ha deciso di agire con pugno duro sui 170 studenti occupanti con delle sanzioni10 giorni di sospensione dalle lezioni, di cui 8 da svolgere con attività socialmente utili, più 5 in condotta al termine del primo quadrimestre.

Come riporta Il Corriere della Sera il dirigente, con una lettera firmata anche da 32 docenti, ha denunciato le “strumentalizzazioni” della vicenda, parlando di “manipolo di studenti che impone la scelta a tutti gli altri e nottetempo entra a scuola bloccando la didattica curricolare a vantaggio di lezioni tenute da ospiti più o meno famosi e corsi su fumetti, fotografia, burraco tenuti da sedicenti rivoluzionari”. L’epilogo della protesta, scandita da “musica, balli, birra e spritz”, culmina nella “conta dei danni” con il dispendio di denaro pubblico per sanificare i locali.

In alcuni passaggi della nota vengono chiamati in causa esponenti politici che, nei giorni scorsi, hanno difeso i ragazzi: dal segretario romano del Pd, Enzo Foschi, secondo il quale l’occupazione sarebbe l’unico modo “per manifestare un disagio e porre domande”, alla deputata dem Michela Di Biase, critica nei confronti di un approccio ritenuto repressivo (la replica: “Nessuno di noi crede che la scuola sia un luogo di punizione”). 

Le parole più dure sono per l’ex deputato di Si Stefano Fassina che non ha impedito alla figlia di partecipare “in nome di un obiettivo educativo primario: la maturazione del dovere della responsabilità delle proprie scelte di vita”. Ecco le parole del dirigente: “Non sarebbe stato meglio che un genitore che ha un ruolo politico si limitasse a svolgere tra le mura domestiche il ruolo di padre? I figli smettano una buona volta di essere protetti dai padri”.

Gramellini: “La mia generazione non aveva l’appoggio dei padri”

A commentare la faccenda anche il giornalista Massimo Gramellinisempre su Il Corriere, che ha lodato il dirigente. “La mia generazione è cresciuta contestando l’autorità e quindi la scuola, ma non aveva (e nemmeno voleva) l’appoggio dei padri: li considerava alleati della controparte, come in effetti erano. Perché i padri (e le madri) si sentivano ancora membri di una comunità più vasta, non capiclan chiamati a difendere l’onore della famiglia. Proteggevano i figli solo quando li vedevano in preda alla disperazione o vittime di un reato. In tutti gli altri casi li lasciavano liberi di misurarsi con il potere, di vincere e perdere le loro sfide adolescenziali. Intuivano che, se un genitore difende il figlio contro il preside, gli trasmette il messaggio che la scuola non vale niente. Mentre, se un genitore sta dalla parte della scuola persino quando ritiene che abbia torto, il preside ritroverà la sua autorevolezza e forse non sentirà neanche più il bisogno di diventare autoritario”.