Home Politica scolastica Occupazioni nelle scuole. Un atto illegale che va condannato

Occupazioni nelle scuole. Un atto illegale che va condannato

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Questa è la posizione del dirigente scolastico del Liceo “Comenio” di Napoli, Silvia Parigi, che, in una lettera indirizzata al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania Dott.ssa Luisa Franzese e al Ministro dell’Istruzione On. Prof.ssa Stefania Giannini, spiega molto chiaramente le motivazioni che la spingono a rifiutarsi categoricamente di partecipare a un incontro con il Sottosegretario del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, on. Davide Faraone, che sarà a Napoli mercoledì prossimo, 10 dicembre, presso l’ISIS “Sannino-Petriccione.
Scrive la dirigente: “Desidero esplicitare i motivi per i quali, pur ringraziando per l’invito, non parteciperò all’incontro. Da quindici giorni, nella scuola che dirigo, i professori ed io stessa siamo impegnati in un dialogo incessante, quotidiano – a tratti molto difficile – con gli studenti, sulle modalità e sui limiti con le quali ed entro i quali una protesta può accrescere la consapevolezza e rafforzare il senso civico di ciascuno, risultando proficua per la comunità nella quale viviamo – in primo luogo, quella scolastica. Ci siamo a lungo confrontati, abbiamo discusso – anche vivacemente – sulla necessità di rispettare le regole che danno forma a qualunque attività, sia individuale, sia, a maggior ragione, collettiva.”
La dirigente continua, condannando la pratica dell’occupazione: “Abbiamo stigmatizzato le derive qualunquiste e pre-natalizie, i riti di iniziazione privi di contenuti e di motivazioni ideali; soprattutto, abbiamo chiarito che le occupazioni sono illegali, perché violano almeno due articoli del codice penale, senza se e senza ma.Abbiamo commentato, costernati e impotenti, i danni – per centinaia di migliaia di euro – provocati, non per la prima volta, dalle occupazioni in alcune scuole della città di Napoli.Abbiamo analizzato gli altri danni – primo tra tutti, la negazione del diritto allo  studio e l’interruzione di un servizio pubblico – provocati dalle occupazioni, delle quali pagano sempre il prezzo più alto gli studenti diversamente abili e quelli didatticamente più deboli, meno motivati”.
Anche se la scuola che dirige Silvia Parigi non è stata occupata e l’attività didattica è continuata secondo modalità alternative, la posizione della dirigente è molto chiara: “Non ho né il tempo, né alcun motivo di incontrare l’on. Faraone, che in un sorprendente articolo pubblicato sulla “Stampa” del primo dicembre definisce le occupazioni scolastiche “una lotta all’apatia”, le considera “più formative delle ore passate in classe”, le considera momenti privilegiati durante i quali “si seleziona la classe dirigente”, nonché l’unica occasione in cui le aule scolastiche “appaiono calde e umane”, pronube di meravigliosi amori “consumati in quei sacchi a pelo”, all’interno dei quali tanti “ragazzi e ragazze hanno trovato l’anima gemella”.
Infine una richiesta ben precisa: “Sono tra i firmatari della petizione, promossa dal “gruppo di Firenze”, per le dimissioni dell’on. Faraone, che non rappresenta le istituzioni in cui credo. Credo, invece, con Massimo Recalcati, che un’ora di lezione possa cambiare la vita, e che la scuola alla vita possa e debba dare forma”.
Un’ora di lezione può cambiare la vita. E non si baratta con ore e ore di inutili occupazioni.