Home Attualità Ore di lezione da 50 minuti, i 10 persi vanno sempre recuperati:...

Ore di lezione da 50 minuti, i 10 persi vanno sempre recuperati: preside denunciata per danno all’erario

CONDIVIDI

La vicenda della preside campana denunciata all’Usr, alla Corte dei Conti e all’Anac assume contorni un po’ diversi da quelli iniziali: in un primo momento, infatti, era stato associato l’esposto alla dirigente scolastica del liceo ginnasio Jacopo Sannazaro di Napoli, con le troppe attività extra svolte dagli alunni, che hanno toccato l’apice all’inizio di quest’anno scolastico, quando a rotazione gli studenti si sono recati al mare in un lido dell’area flegrea, per giocare a “frisbee” in un club con piscina nel quartiere collinare e nella Villa Floridiana, al fine di recuperare le ore perse di lezioni in aula.

Per i docenti il recupero non è sempre obbligatorio

A scatenare la reazione di un gruppo di docenti, autori dell’esposto, non è stata però la particolare attività extra didattica svolta, ma il mancato recupero delle ore di lezione da 50 minuti che i ragazzi avrebbero saltato. Minuti che, ricordiamo, vanno sempre recuperati con attività didattica o assimilata, la quale i vari organi collegiali della scuola, tra cui i consigli di classe coinvolti, devono necessariamente programmare e avallare.

Il recupero di 10 minuti l’ora, inoltre, quando attuato per motivi prettamente didattici (non logistici o per venire incontro a oggettive esigenze degli studenti come l’adattamento agli orari dei mezzi di trasporto), va fatto svolgere anche dal personale docente.

Per gli studenti c’è sempre l’obbligo del recupero

Pertanto, è lecito ridurre l’unità oraria: lo dice l’art. 4 del DPR 275/99, che al comma 2, individua poi, tra le forme di flessibilità, la possibilità di adottare, la definizione di unità di insegnamento non coincidenti con l’unità oraria della lezione.

Solo che, ripetiamo, per gli studenti c’è sempre l’obbligo del recupero. Ed ecco il motivo del coinvolgimento dell’Autorità nazionale anticorruzione e della Corte del Conti.

A cui spetterà soprattutto comprendere se la decisione di portare gli alunni in “gita” al mare, attività che evidentemente non può essere assimilabile alla didattica, è giunta in modo unilaterale dalla preside: una eventualità che riteniamo, comunque, piuttosto remota.

In ogni caso, contro la preside si è mosso anche il Comitato dei genitori, che ora chiede le sue dimissioni. “Esigiamo che la dirigente responsabile sia sottoposta a una sanzione adeguata al danno che ha causato – ha detto Ciro Di Gennaro, rappresentante dei genitori in Consiglio d’Istituto -. Lo stiamo chiedendo a gran voce, se non arriverà, la gente lo chiederà con i forconi per il danno causato agli studenti”.

Anche i genitori contro la preside

Il Comitato dei genitori auspica che la scuola venga affidata ad “dirigenza esterna” o un “commissario” che possa garantire agli studenti la tranquillità per poter studiare e andare a scuola.

“Ciò a cui assistiamo – spiegano – non è un accidente meteorico o un cataclisma, ma scelte sbagliate della preside. Non possiamo permettere, come cittadini, che lei si erga a ‘Papa di santo romano liceo'”.

I genitori invocano l’intervento anche del Miur, dopo gli ispettori inviati dall’Ufficio scolastico regionale, di cui si è in attesa del resoconto.

Tutto è nato per i troppi alunni iscritti

Il ginnasio Jacopo Sannazaro, ricorda l’Ansa, è uno dei licei più antichi di Napoli, ma da quest’anno deve convivere con un eccesso di alunni: “mancano le classi per poter ospitare tutti i ragazzi che si sono immatricolati al primo anno. E così l’istituto in via Puccini, nel quartiere Vomero, si ritrova ad avere 48 aule per 55 classi”.

“Esuberi di cui, fin dall’inizio, è stata incolpata la preside che sperava di ovviare alla situazione con attività extramoenia. Un programma che, però, non è piaciuto. I ragazzi sono finiti in gita al mare”.

“A nulla sono servite misure dell’ultimo minuto come la rotazione delle aule o il ripristino delle lezioni il sabato. Decisione, quest’ultima, che ha scatenato anche le proteste di un gruppo di genitori che su quel sabato libero dei loro figli avevano investito progetti e soldi.

Anche gli studenti, hanno fatto sapere i loro rappresentanti, sono stati “colti alla sprovvista: non eravamo al corrente di questa azione, iniziata dallo scorso anno, da parte di un gruppo di nostri insegnanti”.