Home I lettori ci scrivono Organico Covid, 55.000 contratti a rischio. I soldi sono finiti

Organico Covid, 55.000 contratti a rischio. I soldi sono finiti

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Sono ancora a rischio i posti di lavoro di circa 55.000 colleghi perché mancano i soldi necessari a far proseguire le supplenze del personale assunto nella scuola per fronteggiare l’emergenza pandemia. Si sapeva già da fine 2021 quando il Governo Draghi aveva ceduto alle pressioni confindustriali e scelto di destinare altrove il grosso delle risorse economiche, indirizzandole prevalentemente al padronato.

Così la spesa per pagare quei colleghi, il cui impiego è previsto fino al 30 giugno, era stata coperta solo fino al 31 marzo.

Noi riteniamo che si debba smettere di giocare con la vita delle persone. I colleghi titolari dei contratti Covid hanno prima atteso lo stipendio per mesi poiché il pagamento del loro lavoro è stato ritardato fino novembre, talvolta a dicembre, e ora rischiano il licenziamento a fine marzo: un trattamento inaccettabile, più adatto alla condizione di suddito che a quella di cittadino.

Il Ministero stima in circa 200 milioni di euro la somma necessaria per prorogare i circa 55.000 contratti attualmente sottoscritti, le risorse disponibili ammontano a 60 milioni e quindi ne mancano 140. Una condizione che, nonostante gli impegni dell’amministrazione a trovare la copertura finanziaria, fa presagire il peggio.

Nella disgraziata vicenda dei contratti Covid vediamo la conferma del fatto che la nostra classe dirigente non ha alcun interesse per la scuola reale, per chi la frequenta e per chi ci lavora: gente che considera comandabile a giornata.

Auspichiamo che, in un sussulto di dignità, l’attenzione verso la scuola, proclamata ai quattro venti da questo Governo, si traduca finalmente in atti concreti: finanziamenti strutturali, piani di intervento edilizio che non restino sulla carta, cancellazione della piaga del precariato, rinnovi contrattuali dignitosi.

Ma di fronte alla sordità del Governo e alla complicità dei sindacati concertativi è necessaria soprattutto la mobilitazione di tutto il personale della scuola che, insieme a tutto il sindacalismo di base, intendiamo promuovere e sostenere.

Natale Alfonso

Coordinatore nazionale CUB Scuola Università Ricerca