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Paritarie, l’elogio del Ministro: danno di più di quel prendono dallo Stato

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Il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, torna a difendere il ruolo della scuola paritaria all’interno del sistema scolastico italiano: stavolta l’occasione è stata un’intervista alla Radio Vaticana, rilasciata il 7 settembre.
“In questo momento – ha detto il Ministro rispondendo sulla questione della scuola paritaria – offre più di quel che prende dallo Stato. I nostri finanziamenti sono diminuiti. Abbiamo 80 milioni di euro bloccati per cause burocratiche, questioni legate alle Regioni, e dunque stiamo dando davvero poco a queste scuole, mentre riceviamo tantissimo in termini di servizio pubblico”.
Carrozza si è riferita, in particolare, a quei tanti istituti, soprattutto a livello di scuola dell’infanzia e primaria, che sopperiscono alla carenza di sedi statali. Il caso Bologna, con la maggior parte della cittadinanza che attraverso il referendum si è espressa contro il finanziamento, ma poi di fatto non è cambiato nulla, ne è l’esempio più calzante: come farebbe lo Stato a sopperire alla mancanza di tante scuole? “So che le scuole paritarie, in tanti territori – ha osservato infatti il Ministro – fanno da vicari rispetto a quello che potrebbe essere la scuola statale e integrano il servizio. E poi c’è da dire che dobbiamo introdurre più libertà nell’ambito dei parametri essenziali altrimenti rimane un sistema rigido e conservatore nel suo insieme che non si apre al mondo esterno, e questo non va bene. Questo non vuol dire che lo Stato deve retrocedere ma che deve essere esigente in termini di come si offrono i servizi e le prestazioni essenziali”.
Il responsabile del Miur si è poi soffermato sul ruolo della politica sulle scelte dell’istruzione dei suoi cittadini. Secondo la Carrozza, se si vuole migliorare il sistema scolastico lo si deve sganciare dalla politica: “troppe interferenze politiche – ha sottolineato – non hanno fatto bene alla scuola. La scuola deve essere un problema di tutto il Paese e su questo non ci devono essere scontri ideologici” .
E ancora: “Io penso che la scuola si trovi davanti a un momento molto importante di riforma e di ripensamento. Quando parlo di riforma non intendo dire – ha precisato il Ministro – che voglio presentare un pacchetto di riforma della scuola. La riforma è qualcosa di più di una serie di norme, è un coinvolgimento complessivo del mondo dell’istruzione: dalla scuola d’infanzia all’università per ripensare anche il modello educativo. Insomma, per fare una buona riforma dobbiamo avere il coraggio di andare oltre il momento contingente”.