Home Politica scolastica Parte la protesta estiva contro il ddl Giannini-Reggi: fermiamo il blitz legislativo!

Parte la protesta estiva contro il ddl Giannini-Reggi: fermiamo il blitz legislativo!

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Che non si tratti della solita forma di opposizione estiva alle manovre del governo di turno, lo dimostra anche l’interesse marcato della stampa nazionale: il quotidiano ‘La Repubblica’, lo stesso che aveva dato spazio agli annunci, poi ritrattati, del sottosegretario Roberto Reggi, ha dedicato all’argomento un lungo articolo, dal titolo più che eloquente: “In piazza contro la riforma (anche se è estate)”.

A dire il vero il primo sit-in nazionale, organizzato dall’Unicobas sotto il Miur e “aperto a tutte le sigle per dire no al disastro annunciato dal Ministro Giannini e costruire a breve una grande manifestazione nazionale di tutta la scuola pubblica italiana”, non ha raccolto le adesioni attese. Colpa, soprattuto, a detta del leader Unicobas, Stefano d’Errico, di “Flc-CGIL e Cobas che hanno deciso di non esserci”. I primi, guidati da Mimmo Pantaleo, hanno deciso di partecipare all’altro sit-in, voluto dai movimenti e comitati dei precari, in programma il 15 luglio a Montecitorio. I motivi, a parte le posizioni di fondo non omogenee, sono comunque gli stessi: entrambi gli organizzatori dei sit-in chiedono nuove politiche per la scuola pubblica e si dicono fortemente contrari alle politiche annunciate dal Governo.

“Le ritrattazioni – spiega il segretario Unicobas – non ci convincono. Ma il Sottosegretario sa cosa vuole? E, se sì, con chi crede di parlare questo Reggi? Da un lato si scusa per aver usato parole mal meditate e di non aver mai sostenuto di voler aumentare l’orario dei docenti. E già una ammissione del genere, trattandosi della Scuola, quindi del futuro del Paese, equivale all’ammissione di un insostenibile (ed imperdonabile) leggerezza, richiamando ritrattazioni da Pinocchio e piroette postume in stile nipote di Mubarak”.
D’Errico non le manda a dire: “l’apice dell’assurdo – continua il sindacalista Unicobas – si tocca quando” il sottosegretario “conferma in pieno il progetto. Questa mattina, infatti, a Radio Anch’io Reggi ha dichiarato che le supplenze le dovrà fare il personale di ruolo. Ebbene, come si può sostenere un progetto del genere senza un aumento d’orario per i docenti stabilizzati? Come potrebbero fare le supplenze senza alzare l’orario di cattedra? A questo punto il Dicastero di Viale Trastevere è destituito di ogni credibilità. Ergo, non accettiamo le scuse e riteniamo ancora in campo il progetto al vaglio del Ministro dell’Istruzione un vero e proprio blitz legislativo estivo contro la scuola”.
Il segretario Unicobas ne ha anche per Il ministro Giannini, che, a suo dire, “nonostante le interrogazioni parlamentari, non solo non interviene, ma prende la strutture delle scuole private ad esempio, essendosi già pronunciata apertamente persino per l’assunzione diretta e discrezionale di docenti ed Ata e per l’abolizione degli organi collegiali, baluardo di democrazia e libertà d’insegnamento”.
Se dei Cobas non si hanno notizie, chi ha invece aderito all’invito di d’Errico è stato Marcello Pacifico: il presidente Anief ha colto p’occasione per indicare “le vere priorità della scuola, non quelle indicate, seppure a titolo personale, dal ministro e da sottosegretari di viale Trastevere, su aumento di orario di lavoro per docenti e Ata e abolizione delle graduatorie di istituto”.
“I lavoratori – ha spiegato Pacifico – hanno bisogno di risposte, in un momento in cui il sindacato non soltanto non è convocato per trattare o rivendicare i diritti dei lavoratori, ma riceve persino attacchi alla sua libertà e agibilità della rappresentanza lavorativa. Tra l’altro, questa è solo la ‘punta dell’iceberg’, fatto di una scuola italiana che colleziona rapporti negativi sugli apprendimenti dei suoi alunni, sul record di Neet, su abbandoni e bocciature. Il problema – ha continuato Pacifico – è che negli ultimi dieci anni i governi che si sono succeduti hanno utilizzato la scuola italiana come quasi fosse un bancomat: i fondi destinati ai nostri giovani sono stati infatti sistematicamente dirottati per coprire il buco di bilancio statale, ma anche l’inefficienza, l’irresponsabilità e, in alcuni casi, perfino la corruzione della politica”.
Il sindacato autonomo ha ribadito a Roma i contenuti della piattaforma, una sorta di “via d’uscita dalla contestata riforma: subito assunzioni per 100mila posti vacanti già di fatto vacanti e disponibili per le immissioni in ruolo; sblocco del contratto per allineare le buste paga di base di docenti e Ata al costo dell’inflazione; obbligo formativo esteso da 16 a 18 anni; riforma dell’apprendistato”.