Home Politica scolastica Più stranieri in classe, ha ancora senso insegnare solo religione cattolica?

Più stranieri in classe, ha ancora senso insegnare solo religione cattolica?

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Con il nuovo anno scolastico, si riapre la diatriba sull’insegnamento della religione a scuola, anche alla luce della lenta ma continua riduzione di alunni che se ne avvale.

Ne ha parlato il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, durante il suo saluto al Tavolo delle religioni, iniziativa a cui il 29 settembre hanno partecipato i rappresentanti di tutte le comunità religiose della città.

Pur partendo dal riconoscimento dell’insegnamento della religione cattolica definito dal Concordato, credo che oggi si debba provare, tutti insieme, ad andare oltre, pensando ad esempio come arricchire l’offerta formativa dando insegnamenti di base sul pluralismo religioso in modo da garantire a tutti una possibilità di conoscenza che oggi non esiste“, ha detto il sindaco toscano.

Nogarin ha introdotto il tema, parlando a proposito della presenza nelle scuole di culture religiose differenti, “dove sempre più sono presenti anche i figli di immigrati“.

“I flussi migratori stanno determinando una trasformazione del tessuto sociale anche del nostro Paese in senso sempre più multiculturale e multireligioso” ha aggiunto il sindaco.

“Ciò rende necessario costruire modelli di convivenza capaci di armonizzare la necessità dell’accoglienza con le leggi dell’appartenenza, nel rispetto sempre della diversità, vista come valore da sperimentare nella vita quotidiana della società. Non possiamo più aspettare oltre”, ha concluso Nogarin.

Secondo l’ultimo Focus Miur nazionale sugli alunni italiani, la percentuale di alunni non italiani che siede sui nostri banchi sfiora ormai il 10%, con un incremento annuo dell’8-9%. Complessivamente sono 736 mila.

 

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