
Il docente che ha pubblicato su Facebook un post in cui ha augurato la fine della vittima di femminicidio Martina Carbonaro alla figlia della premier Giorgia Meloni, è notizia di ieri, è stato sospeso temporaneamente dall’insegnamento.
La riflessione
Il conduttore e giornalista Massimo Gramellini, nella sua rubrica su Il Corriere della Sera, ha detto la sua: “Il professore di liceo che ha augurato la morte alla figlia di Giorgia Meloni lamenta di essere vittima di un linciaggio. Non intendo contribuirvi anch’io, ma le sue parole sono emblematiche della dissociazione a cui può ridurci il picchiettare per ore sulla tastiera di un computer o di un telefonino. ‘Ho sbagliato, però non era il caso di crocefiggermi’, afferma colui che, anche prima dell’episodio che lo ha consegnato al tribunale dei social, vi interveniva abitualmente in veste di giudice per crocefiggere questo o quello”.
“Stiamo parlando di una persona colta, o comunque acculturata, perfettamente in grado di cogliere i fondamenti del vivere civile, riassumibili nella massima evangelica ‘non fare agli altri quel che non vorresti fosse fatto a te’. Invece l’uomo che si è spinto sull’orlo del suicidio perché non riusciva a reggere l’impatto con l’onda della cattiveria, è lo stesso che ci monta sopra ogni volta che può. Nessun lanciatore di odio pensa mai agli effetti che avrà la sua bomba quando cadrà sul bersaglio. Nessuno di loro si chiede se il destinatario della minaccia o del dileggio è un individuo ipersensibile, se attraversa un momento di particolare fragilità, se ha problemi di salute, di denaro o di famiglia, come nel caso del professore-odiatore, estenuato a suo dire dalla convivenza con la madre anziana. Quel sordo malessere che ci spinge a bullizzare un altro sui social è spesso condiviso dal bullizzato. Se solo ce ne rendessimo conto, forse diventeremmo umani”, ha concluso.
La lettera del docente
Come riporta La Repubblica, il docente ha lasciato l’ospedale. Prima del tentativo di togliersi la vita l’uomo, 65enne, ha scritto una lettera indirizzata a Meloni e ha espresso il desiderio di incontrarla. Il quotidiano Il Roma ha pubblicato il testo della missiva:
“Gentile Presidente,
Le scrivo con profondo rispetto e autentico pentimento per quanto accaduto. In questi giorni ho avuto modo di riflettere profondamente sul gesto che ha ferito Lei e la sua famiglia, e in particolare Sua figlia, che mai avrebbe dovuto essere tirata in ballo in alcun modo. Il post oggetto delle polemiche, poi rimosso, è stato un grave errore, che ora sento tutto il peso di dover riconoscere. Non c’è giustificazione possibile per le parole scritte.
Mi assumo ogni responsabilità per l’accaduto, anche se confesso che mai nelle mie intenzioni vi era l’idea di augurare la morte a una bambina, né a chiunque altro. È stata una frase infelice, inadeguata, inaccettabile, che non mi rappresenta come uomo né come educatore. Sono un insegnante da molti anni, e sebbene mi sia sempre espresso con chiarezza sulle mie convinzioni politiche, non ho mai permesso che queste influenzassero il mio ruolo in aula.
Vivo con mia madre, anziana e malata, con cui condivido l’unica fonte di sostentamento, e sto attraversando un momento molto difficile della mia vita. Ma so bene che nulla di tutto ciò può cancellare il male fatto con quelle parole. Solo la verità, il pentimento e il rispetto possono servire, ora.
Chiedo pubblicamente scusa a Lei e a sua figlia. Le chiedo, se possibile, di potermi incontrare per poterglielo dire guardandola negli occhi. Lo chiedo da uomo, da cittadino, e da educatore. Perché credo ancora che nella vita si possa sbagliare, ma che la dignità consista nel riconoscere il proprio errore e impegnarsi a non ripeterlo mai più”.
Secondo quanto si apprende da fonti vicine a Palazzo Chigi, la presidente del consiglio Giorgia Meloni aveva dato disponibilità a incontrarlo.
Il tentativo di suicidio
Le agenzie di stampa hanno fatto sapere che è stata avviata un’inchiesta da parte della Procura di Roma, che andrà a verificare quali reati comporta l’utilizzo maldestro e denigratorio dei social media, con l’aggravante che a l’autore è un insegnante e che si è andati a coinvolgere pesantemente un minore.
Nel frattempo qualche giorno dopo la diffusione del post, dopo che è stato reso noto il suo nome e il suo volto a mezza Italia, nel pomeriggio del 2 giugno il docente ha tentato il suicidio. I Carabinieri sono giunti a casa dell’insegnante dopo che aveva chiamato la sua dirigente scolastica per dirgli di avere ingerito un cocktail di medicinali e alcool.