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Precari da 18 anni, i docenti siciliani non ne possono più: “Scavalcati dagli esiliati della 107” [INTERVISTA]

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Nella giornata del 25 luglio Messina è stata invasa da centinaia e centinaia di docenti precari siciliani che si sono ritrovati nella città dello stretto perché anche quest’anno passeranno un’altra estate rabbiosa e senza stabilizzazione.

La protesta dei precari che invadono lo stretto di Messina

Al centro della protesta dei precari, sostenuta dal sindacato Cub Scuola, le mancate stabilizzazioni dei docenti precari e le storture che la legge 107 avrebbe creato, a parere dei manifestanti.
A protestare i precari di Gae della scuola primaria e secondaria, oltre a quelli dell’infanzia, fra i più penalizzati dalla Buona Scuola. Ma anche i colleghi vincitori di concorso. Insomma, un piccolo esercito di precari della scuola che ha manifestato la propria stanchezza e insoddisfazione.

Quest’anno, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione del Ministero, in accordo con i sindacati, di concedere l’assegnazione provvisoria ai docenti di ruolo su posti di sostegno in deroga, posti che sarebbero andati ai precari delle GaE. Anzi, come riferiscono i gruppi di docenti, “ad ogni docente che rientra corrisponde un precario disoccupato”.

I precari fanno notare che così facendo, inoltre, viene a mancare la continuità dell’alunno, oltre a mettere in moto una disparità di trattamento tra le diverse categorie di docenti.

A tal proposito, abbiamo raccolto le dichiarazioni di uno dei tanti comitati protagonisti della manifestazione messinese, il Comitato docenti residuali GaE della provincia di Siracusa, che ci ha raccontato il proprio punto di vista tramite la coordinatrice Angela Iannello.

Vi aspettavate l’introduzione della norma sulle assegnazioni provvisorie in deroga sul sostegno?

Ovviamente no! Sono anni che lottiamo e cerchiamo di parlare anche con chi ci rappresenta politicamente per fare in modo di far valere anche i nostri diritti.
Insieme a noi si sono mossi anche molte associazioni di genitori di bambini con disabilita’ denunciando questa scelta sulle assegnazioni provvisorie perché ledono in tutto e per tutto i principi della legge 104 e soprattutto i diritti di questi alunni e delle loro famiglie perché non tengono conto della continuità didattica di cui tanto si parla e che è fondamentale per la serenità e la buona riuscita scolastica degli alunni disabili. Ragion per cui non ci saremmo aspettate che questa norma sarebbe stata reintrodotta ma è ovvio che il contratto sulla mobilità e sulle utilizzazioni firmato dai sindacati confederali e dal Ministro Bussetti ha attivato meccanismi egoistici e perversi sulla pelle dei disabili prima, e su quella poi dei precari rimasti in Gae che si ritroveranno a settembre nuovamente in una situazione di emergenza sociale. Ci aspettavamo equità di trattamento e non un accordo dove è evidente una disparità di trattamento tra il docente di ruolo e quello precario. In questo modo il Miur condanna noi precari storici del sud, inseriti nelle GAE dal 2000 dopo il superamento di un concorso, a non avere possibilità di stipulare un nuovo contratto di lavoro per il prossimo anno scolastico. Il governo del cambiamento sembra condannarci, dopo anni di servizio per lo stato, a rimanere disoccupati. Siamo davanti ad una enorme ingiustizia, per non parlare del disagio sociale che tale accordo comporterà.

Perchè non avete accettato il piano di assunzioni della Buona Scuola?

Indubbiamente le motivazioni sono tante e personali, ma leggendo la Legge 107 avevamo chiari i rischi a cui andavamo incontro. I Posti In Sicilia erano pochissimi per cui era ovvio che la maggior parte sarebbero finiti al nord. La Buona Scuola ci poneva davanti una scelta e ci imponeva delle condizioni tipo: assunzione su piano nazionale (ti potevano mandare ovunque), vincolo di permanenza nella sede assegnata di tre anni senza possibilità di assegnazioni provvisorie o trasferimenti. Ovviamente ognuno ha valutato opportunamente in base alle proprie situazioni personali, ma avevamo comunque la certezza che le Gae continuavano ad esistere e di essere assunti al solito per scorrimento di graduatoria.

Qual è il vostro parere sull’emendamento del Governo che vorrebbe cancellare il limite di 36 mesi per le supplenze? Allungare il precariato o evitare l’oblio dei supplenti?

L’approvazione dell’emendamento secondo noi è in qualche modo legata anche all’Adunanza Plenaria, emessa dal Consiglio di Stato che ha stravolto quanto indicato dallo stesso organo di giustizia stabilendo che i precari con diploma magistrale non hanno più diritto a stare nelle GaE. L’azione del governo riguardo ai DM sembra più volta a ricollocarli nelle GaE, assieme a tutti gli abilitati all’insegnamento. Ciò troverebbe il suo effetto finale nell’immissione in ruolo di tutti i precari che hanno svolto un servizio di almeno tre anni, anche non continuativi, compresi i Dm. Quindi abbiamo il sospetto che l’emendamento sia l’ennesima escamotage per parare gli errori fatti in passato sorvolando sulle reali situazioni quali la stabilizzazione dei precari storici delle Gae.

A proposito di diplomati magistrale. Cosa pensate dell’emendamento che prevede il concorso straordinario per risolvere la situazione?

Con il voto positivo dell’emendamento proposto dai Relatori di maggioranza all’art.4 del “Decreto Dignità” sarà data salvezza a chi non si è sottoposto ad alcuna selezione concorsuale e che invece dovrà sottoporsi a una prova orale non selettiva (concorso straordinario) avendo come requisito unico quello di aver almeno due anni di supplenze anche non continuative.
La beffa sta che questa nuova graduatoria del concorso straordinario andrà in coda alla graduatoria del concorso 2016 e i posti andranno sempre al 50% con le graduatorie ad esaurimento.
L’atto del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, che lo scorso 2 luglio ha congelato per 120 giorni la sentenza plenaria del Consiglio di Stato che aveva allontanato dalla cattedra e dalle graduatorie ad esaurimento i diplomati magistrali, viene superato da un emendamento di maggioranza che entrerà nel Decreto dignità. Questo è l’ennesimo escamotage per sorvolare i danni fatti precedentemente sempre a discapito di chi le leggi le ha sempre rispettate e ha seguito le regole della scuola favorendo chi furbamente ha scelto la via più facile, quella del ricorsificio.

 

Cosa chiedete nello specifico per la vostra stabilizzazione?

Prima di tutto immediata immissione in ruolo di tutti i precari storici che ne hanno maturato il diritto attraverso un piano di assunzione provinciale. Contestualmente l’abrogazione della legge 107 e di eventuali deroghe come le le assegnazioni provvisorie. A questo bisogna aggiungere la necessità del tempo pieno e tempo prolungato per tutte le scuole del sud Italia.
Sempre per quanto riguarda il Sud Italia chiediamo di 
attuare il blocco dei concorsi a cattedra nel centro/sud per tutte quelle classi di concorso dove le gae non risultano ancora esaurite (in particolare primaria e infanzia) e soprattutto, l’attuazione di un vero e proprio piano di potenziamento nella scuola dell’INFANZIA, l’unica ad essere stata discriminata, bleffata e non considerata dal piano di assunzione della legge 107. 

 

Oltre a quelle già accennate, il gruppo ha presentato un documento con 10 proposte:

1. immediata immissione in ruolo di tutti i precari storici che ne hanno maturato il diritto

2. rispetto della sentenza della plenaria

3. abrogazione della legge 107 e che non vi siano più deroghe come le assegnazioni provvisorie

4. riduzione del numero degli alunni per classe evitando le classi pollaio

5. tempo pieno e tempo prolungato per tutte le scuole del sud

6. attuazione di un vero e proprio piano di potenziamento nella scuola dell’INFANZIA, l’unica ad essere stata discriminata, bleffata e non considerata dal piano di assunzione della legge 107. Vista la tenera età dei bambini è forse l’unico segmento ad averne veramente bisogno, in modo anche da adeguarsi alle linee guida europee secondo cui la formazione del primo cittadino inizia già a 3 anni

7. attuazione di corsi di sostegno per i precari in gae che lavorano sui posti di sostegno già da 8/10 anni e che possono vantare dunque esperienza diretta sul campo

8. attuare il blocco dei concorsi a cattedra nel centro/sud per tutte quelle classi di concorso dove le gae non risultano ancora esaurite (in particolare primaria e infanzia)

9. elaborazione di un piano assunzionale su base provinciale che punti ad assorbire tutti i docenti rimasti in gae, abrogando il limite dei 36 mesi (comma 131 legge 107, illegittimo verso le norme sulle assunzioni nella pubblica amministrazione) sugli incarichi temporali fissando la quota del 60% dei posti riservati al ruolo.

10. elaborare una rimodulazione dell’organico complessivo passando una quota considerevole alle cattedre attualmente in organico di fatto a cattedre in organico di diritto. Molte di queste cattedre sono stabili da diversi anni e potranno essere evolute a cattedre in organico di diritto quindi utilizzabili per le immissioni in ruolo