Home Precari Precari storici, la Commissione europea li vorrebbe di ruolo

Precari storici, la Commissione europea li vorrebbe di ruolo

CONDIVIDI

Ancora una sentenza negativa da parte della Commissione europea sull’abuso dei contratti a tempo determinato per decine di migliaia di docenti e personale Ata della scuola italiana. Stavolta l’organo esecutivo ha preso posizione in favore dei precari che hanno presentato ricorso al giudice europeo. Molti dei quali assistiti dai legali dei sindacati.

Tra questi figura la Gilda degli insegnanti, che a questo punto ha fatto sapere di attendere con buone possibilità l’esito positivo  dell’intera vicenda. A tal proposito, l’organizzazione guidata da Rino di Meglio ha fatto sapere che tra marzo e aprile verrà fissata alla Corte di giustizia l’udienza sulla causa in cui è intervenuta. “La legislazione italiana, violando la direttiva comunitaria numero 99, consente il rinnovo dei contratti a tempo determinato per coprire le vacanze nell’organico docente e Ata in attesa della procedura concorsuale, senza però sapere se e quando il concorso si svolgerà. Ed è proprio su quest’ultimo punto che la Commissione europea – sottolinea il sindacato in una nota – punta l’indice, sottolineando che la reiterazione dei contratti a tempo determinato avviene senza prevedere alcun criterio obiettivo e trasparente per verificare che il rinnovo risponda a un’esigenza temporanea reale. In sostanza, dunque – prosegue la Gilda – la Commissione europea boccia senza se e senza ma il comportamento dell’Amministrazione scolastica italiana in materia di precariato, bollandolo come arbitrario e vessatorio nei confronti del personale da anni in attesa di stabilizzazione e ribadendo la violazione della normativa europea. Adesso la parola passa alla Corte di giustizia ma intanto i precari della scuola italiana possono contare su un autorevole ‘alleato’ qual è la Commissione europea”.

Soddisfatto si dice anche l’Anief, il sindacato che prima di tutti, nel 2010, asserisce di essersi rivolto alla Commissione europea proprio per denunciare la reiterazione abusiva dei contratti a termine. Tanto è vero che per il sindacato autonomo “si avvicina l’assunzione per i 140mila docenti italiani precari che ogni anno vengono assunti e licenziati al termine delle attività didattiche: la Commissione europea si è infatti schierata contro l’abuso dei contratti a termine “di cui in Italia si fa un uso smodato malgrado la normativa e le indicazioni Ue lo vietino espressamente”.

“Attraverso osservazioni ineccepibili, divenute pubbliche in queste ore, la Commissione di Lussemburgo – spiega il sindacato – ha reputato pertinente la denuncia, presentata prima di tutti dall’Anief nel 2010, sulla mancata adozione della direttiva sul lavoro a tempo determinato. Una direttiva che, vale la pena ricordarlo, prevede che scatti l’assunzione a titolo definitivo per tutti quei dipendenti che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio anche non continuativo”.

“Il Governo italiano – afferma il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico – farebbe bene a tener conto di queste indicazioni della Commissione europea. Non si può continuare a lasciare precario il personale in presenza di diverse decine di migliaia di posti vacanti e disponibili. È dal 1970 che l’Italia abusa del precariato: oggi è venuto il momento di dire basta. Altrimenti la giustizia arriverà dalle sentenze d’Europa. È sarà un conto molto salato, perché – conclude il sindacalista – ogni sentenza potrebbe portare una multa di ben 8 milioni di euro. Purtroppo a carico dei contribuenti, che non c’entrano nulla”. Viene da chiedersi per quale motivo a pagare debbano essere sempre i cittadini.