Home Università e Afam Scuole Medicina, “primo passo avanti, ma mancano risposte politiche all’altezza”

Scuole Medicina, “primo passo avanti, ma mancano risposte politiche all’altezza”

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L’assurdo errore del Cineca e del Miur sui test per le specializzazioni mediche ha provocato in questi giorni accese discussioni ed una mobilitazione in larga parte spontanea che è nata sui social e con presidi al Miur che chiedevano la non ripetizione del test ed un aumento cospicuo delle borse.

Abbiamo già denunciato – dichiara Alberto Campailla, Portavoce Nazionale di LINK- Coordinamento Universitario- quanto grave e grossolano sia stato l’errore commesso da CINECA e MIUR che ha messo in seria difficoltà migliaia di giovani medici che aspirano alla professione medica. Il futuro di migliaia e migliaia di giovani medici non può essere messo in discussione da errori, irregolarità ed incapacità nel gestire un settore così importante per il nostro paese.

La nota del MIUR di ieri sera dice che le graduatorie saranno stilate non tenendo conto di 2 quesiti su 30 del test sostenuto, e che quindi non si opterà per la ripetizione del test come invece lo stesso Ministero aveva precedentemente annunciato in una nota stampa di qualche giorno fa.

“Per quanto riteniamo questo un primo passo avanti – continua Campailla di LINK- frutto innanzitutto delle proteste di questi giorni, non c’è da parte del ministero nessuna presa di responsabilità circa quanto successo, anzi si scarica completamente la questione sul CINECA e soprattutto non c’è nessun accenno alla necessità di aumentare le borse di specializzazioni: un atto oggi più che mai dovuto, sia rispetto agli aspiranti medici sia rispetto al fabbisogno di un Paese che vive una drammatica carenza di personale medico e sanitario.”

“Oggi e domani diverse centinaia di aspiranti specializzandi, studenti e associazioni di categoria – conclude Riccardo Laterza, Portavoce Nazionale della Rete della Conoscenza – saranno presenti con un presidio di fronte al MIUR per dire che la soluzione individuata non è all’altezza delle esigenze non solo di chi lavora in questo settore ma anche del Paese, che oggi ha urgente bisogno di aprire un serio ragionamento più generale sulla formazione medica e di investire fortemente in questo settore.”