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Psicologo in ogni istituto? Giuliani: “Non può fare miracoli. La scuola ha bisogno di sostegno, non può essere abbandonata”

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Il direttore della Tecnica della Scuola Alessandro Giuliani è intervenuto oggi, 8 giugno, all’interno del programma radiofonico “Che giorno è” su Rai Radio Uno, per parlare di stretta attualità a proposito di scuola.

Ritmi della pre-pandemia con gli effetti del Covid

Giuliani ha fatto sostanzialmente il punto di questo anno scolastico che si sta concludendo proprio in questi giorni, il primo senza lo spettro della pandemia: “Quest’anno appena passato è stato sui generis. Siamo tornati sui ritmi della pre pandemia con gli effetti del Covid. Mi riferisco in particolare ad un approccio dei ragazzi caratterizzato da ritmi e volontà non sempre adeguate. Da un punto di vista generale c’è stata un’ondata di fondi Pnrr nelle scuole che hanno impegnato dirigenze e amministrazioni. Questo ha comportato delle consegne in tempi ristretti. Ancora le scuole infatti stanno chiedendo delle deroghe”.

E, sul ritorno agli esami di maturità alla vecchia maniera: “Si è ritornati alla maturità pre-Covid. Ricordo i 20 punti per ogni prova. La prova di italiano, la seconda e gli orali. C’è qualche novità per il colloquio: le linee guida hanno stabilito di interrogare i ragazzi a livello non di singola disciplina ma a livello globale e trasversale. Il ministro ha più volte chiesto più serenità agli esami”.

Psicologo a scuola? Sì, ma non basta

Come cambiare la scuola? Ecco la risposta di Giuliani, che ha toccato la questione del sostegno psicologico nelle scuole, chiesto a gran voce dagli studenti in più occasioni: “Si è parlato della figura dello psicologo a scuola. Io non credo che possa fare grandi cose. La scuola ha bisogno di un sostegno generalizzato a livello di istituzioni. Si deve lavorare a livello interministeriale: la scuola non può essere abbandonata a sé stessa, uno psicologo non può fare miracoli”.

“Dovrebbe essere un punto di inizio e non di arrivo. C’è bisogno di supporto anche per molte famiglie. Ci scrivono molti docenti su situazioni disastrose familiari e tutto ciò si riflette sui ragazzi. La scuola può tamponare ma non curare”, ha concluso il direttore della Tecnica della Scuola.