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Quando lo studio diventa un optional

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L’articolo “l’insofferenza degli studenti non si placa” contiene due affermazioni, delle quali l’una è sacrosantamente falsa, l’altra sacrosantamente vera.
Quella sacrosantamente falsa è “lo strapotere dei docenti”: magari i docenti avessero un po’ più di potere! Sì, perché ogni volta che c’è qualche diverbio fra insegnanti e studenti, questi ultimi hanno (quasi?) sempre ragione. Un prof. deve pensarci molto bene prima di intraprendere una qualsiasi azione, perché rischia di trovarsi in tribunale!
Quella sacrosantamente vera è che “a scuola non si studia e basta”. Già, lo studio è ormai diventato quasi un optional: sui banchi di scuola si fa prioritariamente tutt’altro.
Poco importa se poi quando si esce dalla scuola non si sia in grado di scrivere una frase in italiano decente (vedi ultimo concorso da magistrato) e altre simili amenità. Oppure che un diplomato geometra non sappia calcolare il volume di una sfera (amara esperienza capitata ad un mio amico imprenditore che selezionava personale per la sua azienda).
Per forza chi come me “per fortuna” è un insegnante vecchio e vicino alla pensione non vede l’ora di lasciare questa non-scuola. 

Daniele Orla