Home Politica scolastica Renzi: “Bisogna ripartire dalla scuola”

Renzi: “Bisogna ripartire dalla scuola”

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“Il Pd è considerato una speranza in Europa”, ha detto fra le altre cose. “O l’Italia la cambiamo noi o non la cambia nessuno. Sulle riforme non mollo di mezzo centimetro. Nessuno può fermare il cambiamento. Basta con i gufi, perché in ballo non c’è il mio destino ma il paese”. 

E poi il capitolo scuola, tema caldo del momento: “nella scuola si andrà avanti non solo sulla base dell’anzianità ma anche del merito, perché “il merito è di sinistra, il talento è di sinistra. Io sono per l’uguaglianza, ma non per l’egualitarismo”.

Abbiamo detto mai più precari e supplenti ma anche che gli scatti non siano solo sull’anzianità ma sulla base della qualità del lavoro”.

“Scatti sulla base della qualità del lavoro e non dell’anzianità”

“Dire che gli aumenti contrattuali devono essere concessi in base alla qualità del lavoro e non all’anzianità significa dire, per me, una cosa di sinistra”.

In questo passaggio, il riferimento del premier è alla questione del blocco del rinnovo dei contratti dei lavoratori pubblici è chiarissimo.

E sempre sul tema scuola ha proseguito: “Riforma della scuola, patto educativo con la società”.

“Gli insegnanti non sono fannulloni. A loro, consegnano i propri figli, le famiglie consegnano la propria libertà più grande”.

E infine, sempre riferendosi alla scuola, Renzi rilancia la consultazione per la riforma della Scuola che è il “vero patto educativo con la società”.

Su altri temi, ha sfoggiato il consueto ottimismo: “Io da solo non ce la faccio, ma i veti non sono accettabili. Non possiamo permetterci di litigare. Venerdì si farà la nuova segreteria. E mia proposta è farla unitaria. Se qualcuno vuole la rivincita la avrà nel novembre 2017. Se vuole lavorare può farlo da subito.”

“È il tempo della politica – ha detto – non più dei tecnici. Finora i tecnici ci hanno detto che è finita la luna di miele. A noi ci porta bene ma c’è una parte di esperti del paese, cresciuta all’ombra della prima Repubblica, incapace per 20 anni di leggere Berlusconi, che non ha anticipato la crisi e ora ci spiega che gli 80 euro sono un errore. Ma noi non accettiamo lezioni”

Ma ha difeso pure l’importanza delle riforme istituzionali. Le riforme non sono “come ha sostenuto qualcuno, inutili, insignificanti, anzi uno scandalo, noi portiamo avanti, sia pure con modifiche, la legge elettorale e la riforma costituzionale, dimostriamo che la politica sa decidere”. 

“Dobbiamo chiedere conto della promessa di Juncker sul piano di 300 mld e noi chiederemo di essere molto puntuale. Noi i soldi sappiamo dove metterli: nell’ edilizia scolastica, nella banda larga e nelle opere contro il dissesto. Sappiamo dove metterli ma devono essere investimenti slegati dalla cultura del rigore del patto di stabilità”. 

Nel corso dell’intervento ha pure detto: “Per quanto concerne l’organizzazione del partito, c’è una questione nazionale e venerdì facciamo la segreteria”.