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Renzi-Giannini, arroganza e sfregio per migliaia di precari

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Nessuna sorpresa, nessuna novità, nessun progetto: questi gli ingredienti avvelenati dell’atteso patto educativo, varato ieri da un governo illegittimo, non voluto dai cittadini e che continua, giorno dopo giorno, ad abusare impunemente del proprio potere per smantellare lo Stato di diritto.

Punto per punto, vogliamo dimostrare come, dopo anni di sfruttamento e vessazioni, migliaia di docenti precari sono stati azzerati dal quello che Renzi e Giannini propongono come il progetto di rinnovamento della la scuola ma che per noi non è altro che l’ennesimo colpo alle istituzioni della Costituzione, che ormai sono solo sulla carta, tanto è continuo e incessante il loro stravolgimento. Che ne è del Parlamento, infatti? Qual è ormai il suo potere? Nessuno, come nessun ruolo svolgono ormai più le parti sociali, la concertazione, la normativa, ecc.

E poi, solo per inciso, dov’è la scuola in questo progetto? Quale obiettivo culturale e formativo sarà perseguito? Troppi sono i punti oscuri dello scellerato “patto educativo”, l’ennesimo abuso di potere perpetrato ai danni dei docenti precari.

Dopo aver agito in modo arrogante ed unilaterale, Renzi ha dichiarato di essere disponibile ad ascoltare… Allora vi chiamiamo a riflettere su alcuni nodi problematici, con la convinzione che, condividendo l’analisi che proponiamo e la preoccupazione che manifestiamo, oltre la nostra si leveranno molte voci di dissenso.

Nient’altro che proclami, infatti, quelli contenuti nel patto, contraddetti dalla semplice giustapposizione di dati, ma sufficienti a travisare la normativa nazionale e comunitaria e a promettere nuovi abusi e nuove ingiustizie.

 

Partiamo con le promesse di assunzione che, si sa, in un periodo di crisi, apparirebbero demagogicamente come un “regalo del cielo”, se non fosse per il fatto che i docenti presenti nelle GAE sono docenti destinati già al ruolo! Chi ha avuto la “fortuna” di entrarvi, in periodo di vacche grasse, ormai, forse, è al riparo da nuove ingiustizie. Il “forse” è d’obbligo, visto il Concorsone del 2012 ha sovvertito le “logicità” e le certezze di quanti, parcheggiati nelle GAE da anni e continuamente sfruttati come precariato “stabile”, hanno subito l’umiliazione di essere scavalcati da chi non aveva neanche un giorno di servizio nella scuola. Non scorgiamo molte novità per questa categoria di precari. Le 150. 000 assunzioni promesse nei prossimi anni, infatti, non sono altro che la naturale conseguenza dei pensionamenti prossimi. Tutti sono al corrente di come la categoria, in Italia, si caratterizzi per essere la più vecchia in Europa.

 

Non devono ingannare, poi, gli annunci di assunzione che leggiamo su alcuni articoli di giornale degli idonei al concorso 2012. Il piano educativo, infatti, tiene in considerazione solamente coloro che sono già inclusi nelle suddette graduatorie, lasciando fuori da tale elenco, tutte le altre categorie che costituiscono un’altra altrettanto ampia fetta di precariato, che da decenni sostiene la scuola. Già la Gelmini, infatti, aveva inquinato il campo, definendo veri precari solo quelli che, iscritti nelle GAE, attendevano la stabilizzazione, in barba al significato letterale del termine che definisce chi sta lavorando a tempo determinato, non chi è in cerca di prima occupazione. Questi sono disoccupati o inoccupati, se si preferisce, ma il precario è chi sta già lavorando, chi presta il suo servizio a garanzia del sistema!

 

 

Il Miur e i ministri che lì si sono succeduti, oltre alla normativa nazionale ed europea, si travisano ormai pure la lingua nazionale! Sorge allora il dubbio che il tempestivo annuncio con cui vengono forniti tali dati abbia altri scopi, magari quello di prevenire o tamponare quella che potrebbe essere un’ulteriore batosta da parte della Corte di Giustizia europea, poiché potrebbe sanzionare pesantemente il governo, qualora non assumesse tutti quei docenti chiamati in cattedra per tre anni con contratti annui. La normativa europea, recepita dall’ordinamento italiano, ricordiamolo, stabilisce che tre anni di servizio, anche se prestato presso la pubblica amministrazione, danno diritto all’assunzione a tempo indeterminato. Allora meglio disconoscere la fisionomia di migliaia di precari in tempo utile per non incorrere in sanzioni, meglio calpestare la dignità dei propri cittadini, degli insegnanti che, illusi dall’idea di vivere in uno Stato di diritto, non hanno avuto la forza di difendersi prima, ignorati da tutti e vessati dalle istituzioni e dalla politica.

 

Ecco quindi che una domanda sorge spontanea: e tutti gli altri docenti precari, gli altrettanto veri precari, che non si trovano in Gae che fine faranno? I docenti che fanno parte delle graduatorie di Istituto di II e III facia usati per le per le supplenze annuali e temporanee per anni, questi docenti, che fine faranno?

 

Il governo, a supporto della cancellazione delle supplenze (quelle date ai docenti delle graduatorie di istituto) le descrive a pag. 24 così: “Le supplenze brevi non comportano infatti molto dal punto di vista della didattica e dell’apprendimento.” Ne è così certo che viene perfino scritto in grassetto!!

E allora ci chiediamo: davvero il governo ha ascoltato, e ha voluto conoscere il mondo scolastico e capire chi sono i docenti che insegnano ai nostri figli? Davvero conosce la realtà a cui ha voluto mettere ordine?

Vogliamo ricordare loro, che questi docenti non hanno insegnato nelle scuole solamente per tre o quattro giorni, assunti a tempo determinato anche su cattedre annuali, sostituendo per malattia, maternità i colleghi in astensione dal servizio anche per interi anni scolastici. Hanno insegnato a leggere, a scrivere, a far di conto, a studiare e a diventare cittadini italiani. Tutto questo al pari e, talvolta anche meglio, dei colleghi di ruolo o assunti delle Gae.

 

La “novità” che vengono proposte a questa categoria tuttavia sono le seguenti :

Aspirare al ruolo attraverso concorso (Peccato che lo si potesse fare anche prima!)

Abolire la prima fascia (peccato che comprende oggi già i docenti inclusi in GAE!)

Abolire la terza fascia di istituto, quella dei non abilitati, sebbene, in modo incoerente, tale graduatoria sia stata aggiornata quest’anno nel mese di Luglio per il prossimo triennio scolastico.

 

Passando ad altro, al preannunciato concorso, sappiamo che ve n’è uno in programma nel 2015. Da quello che si può evincere, anche questo, come il concorsone 2012, avrà una prova preselettiva, una scritta e una terza orale con una simulazione di una lezione.

Si dice che verranno considerati in modo diverso, con meno peso, la valutazione dei titoli per accedere.

Le categorie a cui si rivolge questo concorso poi, rappresentano i docenti che hanno accesso alla seconda fascia di istituto, gli abilitati ( TFA1, TFA2, PAS, diplomati magistrali, i laureati in Scienze della formazione primaria dopo il 2010, i congelati Siss, anche se sembra che questi ultimi, almeno quelli che hanno effettuato un ricorso, abbiano ottenuto accesso in GAE), ma anche i laureati pre 2001/2002, che attualmente rientrano in terza fascia, non formalmente abilitati dunque.

E’ questa la risposta? Un ulteriore motivo di contrapposizione tra chi è in GAE e, ricordiamolo pure, aspetta in ogni caso la stabilizzazione, anche senza servizio pregresso e quanti, relegati ora in seconda fascia a parità di titolo, anche se con pluriennale servizio, in barba alle leggi contro lo sfruttamento del precariato, dovrà sostenere l’ennesima prova della sua professionalità!!!!

Secondo la nostra analisi, quindi, rimangono aperte molte problematiche: tutti quei docenti che insegnano nella scuola secondaria, abilitati con i TFA e con I PAS, che hanno rimpinguato le università per frequentare i corsi abilitanti, ognuno pagando in media 3000 euro, cosa hanno ottenuto di diverso? Quali sono state le risposte per queste categorie, soprattutto per chi ha conseguito l’abilitazione con i PAS, quindi con almeno tre anni di servizio alle spalle, con esperienza di insegnamento, in taluni casi maggiore rispetto a chi ha avuto la fortuna, attraverso provvedimenti estemporanei, normative contraddittorie e inique, di entrare in GAE?

E i diplomati magistrali, che per precisione, probabilmente sono meno dei 55.000 dichiarati, che risarcimento otterranno dopo anni di negazione e sfruttamento, parcheggiati in terza fascia e osteggiati dalle università e dalla politica? Docenti abilitati in cui titolo, conseguito entro il 2001-2002, è sempre stato abilitante, unico titolo valido all’insegnamento per la scuola primaria, abilitante solo per le scuole paritarie, che hanno ottenuto la parificazione proprio in virtù dell’assunzione di personale “abilitato”. Abilitati per il privato, quindi, non per il pubblico! Ma se il privato è da incentivare, se ha diritto ai soldi pubblici, se costituisce l’eccellenza e l’alternativa educativa per i nostri ragazzi, il modello al quale tendere, perché nel pubblico questi docenti sono stati annientati per anni? Noi un sospetto lo abbiamo, lo abbiamo denunciato più volte, ma in ragione del diritto, preferiamo attenerci a questo, senza alimentare quelle contrapposizioni strumentali che sono state imposte dall’alto e alimentate dall’assenza e collusione dello Stato.

 

E, in ultimo, perché i laureati in Scienze della formazione primaria, che si sono laureati dopo il 2010-2011, fuori dalle GAE, insieme ai congelati Siss, possono essere considerati nel piano assunzioni Gae 2015-2016 qualora il numero effettivo dei docenti delle GAe che accetterà il ruolo risultasse inferiore alle necessità? Perché questa differenza rispetto agli altrettanti abilitati, parcheggiati invece in seconda fascia senza alcuna prospettiva reale?

 

Essere in II e in III fascia, oggi sembra una presa in giro, nonostante gli anni di servizio prestato! Perché questi docenti, questi lavoratori, che per anni sono stati alle dipendenze del MIUR, nominati da graduatorie di merito, hanno comunque il peccato originale di aver insegnato, lo ribadiamo, per anni, in accordo con una normativa fissata dal MIUR, che però ora, in modo del tutto arbitrario, si sta decidendo ex post che é superata anche per loro e, beffa clamorosa, in modo retroattivo.

Ma di quale riforma stiamo parlando?

 

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