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Riforma, tutto dipende dagli emendamenti: se non si scremano, a vele spiegate verso la fiducia

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Lo spettro del voto di fiducia sulla riforma della scuola non si dissolve. Anzi. Lo fa intendere il ministro Stefania Giannini – a margine degli stati generali sui cambiamenti climatici e la difesa del territorio – quando gli si chiede la possibilità che il governo metta la fiducia sulla ‘Buona Scuola’.

”Gli strumenti tecnici li conoscete, anche la fiducia è uno strumento tecnico. Dipenderà dalle risposte dell’opposizione rispetto ai molti emendamenti”, sottolinea il responsabile del Miur. Giannini, però, dimentica che molti emendamenti sono stati presentati dal suo stesso partito, in particolare dall’ala riformista che non condivide buona parte della riforma Renzi. A meno che non dia per scontato che, dopo tante minacce, i senatori “ribelli” del Pd siano ritornati sui loro passi. Un’ipotesi che si rafforza a leggere la risposta ad un lettore da parte del sen. Corradino Mineo, riportata in un altro articolo di questa testata giornalista, nella quale l’ex giornalista Rai dice “Ma che gliene frega di come voto se poi alla fine il provvedimento passa lo stesso?”.

 

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Intanto, si continua a “lavorare al testo del DdL scuola” in attesa della seduta della Commissione Istruzione del Senato, prevista per martedì 23 giugno, alle 10.30: la conferma è giunta da Francesca Puglisi, responsabile nazionale scuola e università Pd, che è anche relatrice del disegno di legge insieme a Franco Conte (Ap).

“Da questo lavoro dovrebbe nascere una proposta di sintesi, che – a quanto si apprende – tiene conto delle richieste di modifica degli altri gruppi parlamentari”, scrive l’Ansa.

“La proposta sarà presentata in Commissione domani. Nei giorni scorsi il Pd aveva sottolineato la necessità di approvare in tempi rapidi il ddl per consentire l’assunzione di 100 mila docenti precari a settembre. I relatori quindi avevano chiesto ai gruppi uno sfoltimento degli emendamenti e una sospensione delle sedute della Commissione”.

A breve, insomma, si capirà se i sei giorni di pausa di riflessione, in commissione Istruzione, sono serviti. O se si procederà a gonfie, più o meno spiegate, verso il voto di fiducia.

 

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