Home Politica scolastica #riformabuonascuola, non solo assunzioni: ad ogni scuola 15mila euro in più l’anno

#riformabuonascuola, non solo assunzioni: ad ogni scuola 15mila euro in più l’anno

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Nella riforma non ci sono soltanto assunzioni e insegnanti. Nell’articolo dedicato alla valorizzazione dell’offerta formativa (art.2, comma 16) è previsto un incremento strutturale di 126 milioni l’anno del Fondo per il funzionamento delle scuole, dal 2016 fino al 2021: a dirlo è stato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, nel corso della puntata di “Porta a porta” dell’8 aprile.

Il responsabile del Miur ha specificato che si tratta di soldi che serviranno anche a comprare anche quel materiale didattico, dal toner per le stampanti alla carta igienica, di cui tante volte si sono fatte carico le famiglie visti i magri bilanci delle scuole negli ultimi anni. Certo, dividendo i 126 milioni di euro per le circa 8.500 autonome, anche se non tutte percepiranno la stessa quota, risulta che ad ogni istituto andranno in media meno di 15mila euro in più l’anno: poco più di mille euro al mese, che non sono poche ma, francamente, nemmeno possono costituire quel grande serbatoio di fondi di cui necessitano gli istituti per risollevarsi e sanare progetti e acquistare i materiali necessari.

Il ministro è convinto che la riforma, anche se i tempi per l’approvazione sono strettissimi, andrà in porto già da settembre. Sulle audizioni in corso a Montecitorio, si andrà avanti sino a venerdì, ha ammesso che “sono tante, ma stanno andando bene. Realisticamente tra metà e fine maggio il provvedimento potrà arrivare in porto”, ha detto Giannini aggiungendo che questi tempi sono compatibili con l’avvio delle procedure necessarie per le immissioni in ruolo: il titolare del Miur ha ricordato che “il piano assunzionale vale 2 miliardi e 200 milioni a regime mentre 800 milioni sono destinati alla copertura strutturale di tutte le altre operazioni (premialità degli insegnanti e cioè card per i prof e riconoscimento del merito ‘valgono’ insieme 580 milioni)”.

 

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Inoltre, ha tenuto a dire che da settembre “ritorniamo alla Costituzione. Si entra a scuola – ha spiegato – perché è un lavoro motivante, meglio retribuito, con una premialità aggiunta e perché, finalmente, si fa una selezione tramite concorso”, riferendosi alla volontà del Governo, espressa nel ddl, di chiudere con le graduatorie di supplenti per fare spazio, dal 2016, ai soli ‘concorsoni’.

Le parole di soddisfazione del ministro, comunque, non frenano le proteste: proprio dal 9 aprile, per una decina di giorni, il personale scolastico attuerà lo sciopero delle attività non obbligatorie indetto da Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e Snals. Nella seconda decade del mese sono previsti assemblee e sit-in in tutta Italia promossi dall’Ugl. Il 24 aprile, infine, è previsto lo sciopero per l’intera giornata, con manifestazione a Roma, indetto da Usb, Unicobas e Anief.

 

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