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Rinnovo contratto scuola, ultime notizie: incontro all’Aran il 28 maggio, ecco a che punto siamo

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Oggi, 28 maggio, alle ore 15,00, si svolge un altro incontro tra l’Aran e le organizzazioni sindacali per la ripresa della trattativa sul rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto Istruzione e Ricerca, per il triennio 2022-2024, che interessa 1,2 milioni di lavoratori.

Il commento della Gilda

Molti i nodi ancora da sciogliere, che fanno pensare ad una chiusura non immediata del tavolo delle trattative: questo quanto affermato dalla Gilda degli Insegnanti, la cui delegazione ha preso parte all’incontro.

“Chiediamo trasparenza – afferma Castellana – si deve conoscere chi nelle scuole percepisce compensi, perché, trattandosi di denaro pubblico, non dovrebbero essere permesse né opacità né segretezza legata alla privacy. Nella scuola educhiamo le future generazioni al rispetto delle norme e della legalità, invece poi alla prova dei fatti risulta quasi impossibile conoscere per esempio chi ha percepito quote del FIS”.

Sul nodo risorse, il coordinatore nazionale ribadisce l’importanza della valorizzazione della funzione docente, se si vuole investire in un progetto di rinascita della Scuola pubblica – statale.

“Gli insegnanti, oggi – afferma Castellana – hanno perso il loro ruolo primario, quello di educatori, oberati da scartoffie che nulla hanno a che fare con la didattica, svalutati da miseri stipendi con cui qualcuno non riesce neanche a coprire le spese a fine mese. Siamo – continua – la categoria a cui più si chiede formazione e preparazione, oltretutto a costi elevati ma cui allo stesso tempo si offre un riconoscimento economico indegno. Sfrutteremo questo tavolo di trattativa – chiosa – per ribadire la rilevanza sociale che ha la questione stipendiale dei docenti, andando a incidere sulla qualità del sistema educativo e sull’attrattività della professione”, così in una nota la Gilda degli Insegnanti.

Il commento di Flc Cgil

“Rispetto al testo iniziale proposto dall’ARAN si registrano alcuni primi avanzamenti, ad es, in materia di accesso al lavoro a distanza è stato chiarito che ne hanno diritto anche i funzionari con incarico di DSGA; così come è stato specificato che il buono pasto spetta al personale delle università e ricerca anche se presta il servizio a distanza.

Sezione scuola: vanno rafforzate le relazioni sindacali (contrattazione e confronto) sia di livello nazionale che di scuola.

A questo fine deve essere inequivocabilmente collocata tra le materie di contrattazione di scuola la determinazione della misura di tutti i compensi destinati al personale, in particolare vanno previsti specifici compensi per le funzioni di emanazione collegiale svolte dai docenti (ad es il coordinatore di classe o di sezione) così come va riconosciuta un’indennità di disagio per docenti e ata che lavorano su più sedi, condizione questa sempre più diffusa e gravosa a seguito del dimensionamento della rete scolastica.

Tra le materie di contrattazione a livello di scuola vanno inclusi i criteri per l’accesso prioritario al lavoro agile specie per coloro che si trovano in condizioni di salute o che assistono familiari con disabilità.

Inoltre la proposta di formazione degli organici e delle classi, adesso oggetto di sola informativa, deve diventare materia di confronto sul livello di scuola, così come i criteri di accesso alla formazione per il personale ATA.

In quanto all’informazione successiva relativa ai dati di utilizzo del FMOF da parte del personale abbiamo richiesto una formulazione più precisa per rendere effettivamente esigibile tale diritto.

Resta su tutto la nostra rivendicazione di risorse aggiuntive per colmare la perdita del potere d’acquisto dei salari per il triennio di riferimento e per fare interventi di riconoscimento e di valorizzazione del lavoro del personale del comparto come l’attribuzione del buono pasto per chi attualmente non ne usufruisce”, questo il commento di Flc Cgil.

La riunione è stata aggiornata al 24 giugno 2025.

Aumento stipendi docenti, le risorse disponibili

Nel corso dell’incontro del 26 marzo sono state illustrate ai sindacati le risorse economiche disponibili per il rinnovo contrattuale, suddivise per i diversi settori del comparto. In particolare, gli aumenti medi mensili previsti sono i seguenti:

• Scuola (personale Ata e docenti): 142 euro; la media aumenti medi mensili per il solo personale ATA è di 130 euro.
• Docenti: 150 euro;
• Università: 142 euro;
• Enti di ricerca: 211 euro;
• Afam (Alta formazione artistica, musicale e coreutica): 174 euro.

“La ripresa del negoziato rappresenta un passo significativo per garantire un adeguato riconoscimento economico e professionale ai lavoratori del comparto Istruzione e Ricerca”, ha spiegato al termine dell’incontro il presidente Aran, Antonio Naddeo. “Siamo consapevoli dell’importanza di giungere a un accordo soddisfacente che valorizzi il personale e risponda alle esigenze di un settore complesso e articolato”, ha aggiunto.

Aumenti stipendio docenti, le previsioni

Il rinnovo contrattuale riguarda poco meno di un milione e 300mila dipendenti. Si prevedono aumenti pari al 6% circa rispetto agli stipendi attualmente in godimento anche se bisogna considerare che una fetta importante dell’incremento è già stata erogata sotto forma di indennità di vacanza contrattuale.

La strada verso la firma sembra in ascesa: al tavolo si tratteranno dei temi normativi sui quali alcuni sindacati rappresentativi si dicono già da oggi di vedute diverse se non contrapposte: parliamo di argomenti come i nuovi profili professionali Ata, il welfare professionale da introdurre per via contrattuale, la mobilità del personale (su cui pesa tantissimo il vincolo legislativo per i neo-assunti), il middle management.

Come abbiamo scritto, per il 27 febbraio l’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) ha convocato le organizzazioni sindacali per l’apertura delle trattative relative al CCNL del comparto scuola, università e ricerca per il triennio 2022-2024.

In questo scenario i sindacati con meno consensi, come Gilda e Anief, potrebbero paradossalmente diventare l’ago della bilancia. Potrebbe dipendere da loro, in sostanza, se quasi un milione e 300 mila dipendenti avranno o meno entro qualche mese un nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro.