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Ritorno educazione civica, il Quirinale dice sì: subito in Gazzetta e in vigore, a settembre la scelta dei docenti

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Dopo l’inatteso stop ferragostano, si riapre la possibilità per il ritorno dell’educazione civica a scuola già dal prossimo 1° settembre: il testo è stato infatti promulgato il 20 agosto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed ora per la sua entrata in vigore serve solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Il nodo dell’entrata in vigore che supera il 1° settembre 2019

Da quel momento, scatteranno i 15 giorni per l’entrata in vigore della legge che introduce l’insegnamento scolastico di un’ora di educazione civica nel primo e secondo ciclo di istruzione (seppure all’interno di altre discipline).

Certo, si supererà il 1° settembre, indicato dalla norma come data di avvio, ma la soluzione è dietro l’angolo.

Già in altre circostanze, gli intoppi temporali di attuazione normativa si sono risolti attivando dei meccanismi, previsti comunque dalla legge, che prevedono l’introduzione delle novità approvate, ad esempio, per il primo anno come una sorta di sperimentazione da introdurre per tutto il territorio.

Il Miur ha la soluzione pronta

A pensarla così è anche il deputato della Lega Massimiliano Capitanio (Lega), che è anche primo firmatario della legge per l’introduzione dell’educazione civica obbligatoria e curricolare a scuola:  “sono certo che il Ministro Bussetti e i tecnici del Miur troveranno la soluzione per non perdere un altro anno”, perché “se è vero che l’articolo 2 della legge prevede l’istituzione dell’insegnamento dell’educazione civica a decorrere dal 1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore del provvedimento è altrettanto vero che è possibile chiarire questo aspetto con un decreto ministeriale ad hoc, e il Miur è già pronto”.

Insomma, la soluzione è pronta: si tratta solo, a questo punto, di capire come da Viale Trastevere si è deciso di motivare e adottare le modalità di ritorno dell’educazione civica a scuola.

I docenti da scegliere

I Collegi dei docenti d’inizio anno, quindi, saranno chiamati a decidere a chi affidare le 33 ore annue d’insegnamento, seguendo le indicazioni della legge approvata ma anche delle linee guida prodotte dal Miur: soprattutto nella scuola secondaria, di primo e secondo grado, si prevede che le ore vengano “spalmate” su più docenti.

Ad ogni insegnante, in pratica, verrà affidato un modulo di ore attinenti alle sue competenze: ai docenti di educazione fisica, ad esempio, si cederà un “pacchetto” di ore attinenti all’educazione stradale, ai colleghi di diritto i contenuti più vicini alle competenze puramente giuridiche, ai docenti di italiano quelle sul rispetto dell’altro e via dicendo.