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Ritorno in classe, dal 7 gennaio bus ‘bolla’ per soli studenti e orari differenziati: il Piemonte fa sul serio

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A poco più di un mese dal sempre più probabile ritorno in classe degli studenti, con il nuovo Dpcm che potrebbe già a breve sancire la data del 7 gennaio, c’è chi ha già predisposto un piano di rientro a scuola, anticipando anche il coinvolgimento dei Prefetti chiesto dalla ministra Lucia Azzolina assieme al dicastero dell’Interno: stiamo parlando della Regione Piemonte.

Con l’Ufficio scolastico regionale, la giunta piemontese sta infatti lavorando su più punti di attuazione, per evitare che i mezzi pubblici diventino focolai di contagio.

Carico bus e metro al 50%

In particolare, il Piemonte starebbe pensando ad un carico dei mezzi al 50%, alla creazione di ‘gruppi bus’ stabili e alla differenziazione delle fermate. Saranno previsti anche orari d’ingresso differenziati, forse anche a livello di singolo istituto.

In particolare, gli istituti superiori saranno chiamati a riorganizzare le lezioni su due turni: le agenzie di stampa già indicano, come esempio, un primo con ingresso alle 8 e uscita alle 14 per e il secondo dalle 10 alle 16.

In arrivo il ‘gruppo bus’: massimo 35 studenti

Tornando ai trasporti, le scuole, in pratica, dovrebbero potere usufruire di un servizio aggiuntivo dedicato al trasporto degli studenti verso gli istituti scolastici basato sulla creazione di una ‘bolla’ o ‘gruppo bus’, ovvero gruppi di circa 35 studenti che utilizzano il trasporto pubblico con origine e destinazione analoghi e stabili nel tempo, ritenuti da medici ed epidemiologi più sicuri rispetto a gruppi eterogenei e in continuo rimescolamento.

Le fermate, dove è più alto il rischio di assembramento, saranno ampliate per permettere agli utenti di distribuirsi sulle banchine e sui marciapiedi in corrispondenza delle diverse destinazioni, anche se la divisione su due fasce d’orario potrebbe ridurre il problema.

Il piano sarà a breve essere presentato ai sindacati, ai dirigenti provinciali dell’istruzione e alle amministrazioni locali.

Le proteste per la DaD che prosegue

Intanto, sempre in Piemonte non si placa la polemica per la decisione del governatore Alberto Cirio di proseguire con la seconda e terza media con la DaD, nonostante la sua regione sia stata collocata da domenica 29 novembre nella fascia arancione.

Una cinquantina di ragazzi, la mattina del 30 novembre si sono radunati davanti al Palazzo della Regione, nel centro di Torino, per seguire in piazza la didattica a distanza

“Ci hanno promesso che saremmo tornati in aula, ci hanno mentito”, hanno detto i giovani. “Nessuna presa in giro. Se non avessi fatto così sarei stato un irresponsabile”, ha ribattuto Alberto Cirio, che incassa il sostegno dell’Ordine dei Medici, secondo cui dall’introduzione della didattica a distanza i casi di positività nella fascia fra gli 11 e i 18 anni si sono dimezzati.