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Sciopero 6 marzo oltre i precari, Furlan (Cisl): Azzolina ha vissuto i problemi dei docenti e ora non risponde

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Non ci sono solo i tanti precari esclusi dai concorsi tra i motivi dello sciopero della scuola proclamato dai maggiori sindacati per il prossimo 6 marzo: tra le rivendicazioni sindacali, risultano anche altri punti, come gli adeguamenti stipendiali e la stipula di un vero rinnovo contrattuale. La puntualizzazione, assieme al sostegno della Confederazione, arriva da Annamaria Furlan segretaria generale della Cisl.

Tutta la categoria non rispettata

Certamente, come indicato dal comunicato ufficiale dei sindacati di comparto, l’astensione è stata proclamata “con particolare riguardo al personale in condizione di precarietà lavorativa”.

Tuttavia, sottolinea Furlan, è tutto il personale della scuola a meritare “molto più rispetto e considerazione dal Governo e dalla classe politica. Va riconosciuto il ruolo di questa categoria così importante e fondamentale per la formazione delle nuove generazioni ed il futuro del paese”.

Assume altre sembianze, quindi, la protesta, inizialmente fissata per il 17 marzo, andando così oltre la mancata attenzione del Governo e del Miur per i precari di lungo corso e per i Dsga facenti funzione esclusi dai concorsi riservati.

Stipendi e contratto da rivedere

La sindacalista Cisl ricorda che nella scuola “servono stipendi adeguati, più assunzioni, un rinnovo innovativo del contratto, il riconoscimento della carriera di tanti precari nei concorsi pubblici, un nuovo sistema di abilitazioni strutturali. Dovrebbero essere diritti riconosciuti dallo Stato per chi finora ha solo doveri da rispettare”.

La partita dei precari rimane importante. Furlan ricorda che “ci sono più di 70 mila cattedre vacanti nella scuola e centinaia di migliaia di precari. Quest’anno le supplenze sono state 187.000 e per l’anno prossimo si prevede un incremento causato dai pensionamenti”.

Azzolina ha vissuto sulla sua pelle certi disagi…

“Credevamo – prosegue Furlan riferendosi a Lucia Azzolina – che il nuovo Ministro dell’Istruzione da insegnante, sapesse, avendolo sperimentato sulla propria pelle, quali sacrifici compie un precario, un pendolare, un giovane che deve abilitarsi, per entrare nel mondo della scuola”.

“Ma invece – ha concluso Azzolina – non sono arrivate finora le risposte che i sindacati di categoria hanno sollecitato in questi mesi sui concorsi e rimangono irrisolti i problemi che riguardano il personale amministrativo e la mobilità del personale ATA”.