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Scuole, in dieci anni persi mille istituti autonomi e 13mila sedi. Quanto pesa il dimensionamento? Tutti i numeri

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Negli ultimi dieci anni in Italia si sono “persi” oltre mille istituti e 13 mila sedi scolastiche. Ma la riduzione maggiore ha riguardato gli ultimi tre anni, con un calo di circa 700 scuole autonome. A dirlo è il ministero dell’Istruzione e del Merito, attraverso il Portale Unico dei Dati della Scuola. Nell’anno scolastico 2015/16 nel Paese si contavano 8.846 istituti e 59.086 sedi.

Alla vigilia dell’a.s. 2025/26, con la prospettiva di ripartire con circa mille istituti in reggenza, le scuole autonome sono scese a 7.860 e le sedi a 45.668. Un calo tanto più significativo se si considera che nello stesso periodo gli studenti italiani sono cresciuti, anche se moderatamente. Nell’a.s. 2015/16 superavano di poco i sette milioni, mentre nell’a.s. 2024/25 (ultimo dato disponibile), sono stati oltre 7,8 milioni. A incidere, negli ultimi anni, è stato il dimensionamento scolastico. Ovvero la razionalizzazione della rete scolastica, che prevede l’accorpamento degli istituti che scendono sotto una soglia minima di alunni – trasformandosi di fatto in succursali – con conseguente riduzione di dirigenti scolastici, Direttori dei servizi generali e amministrativi, oltre che diverse unità di personale Ata che opera nelle segreterie di ogni istituto.

Breve storia del dimensionamento scolastico

Facciamo un passo indietro. Forme di dimensionamento scolastico sono state introdotte sin dalla fine degli anni Novanta. Il D.P.R. 233/1998 prevedeva che le scuole, per mantenere la personalità giuridica, avessero tra i 500 e i 900 alunni. Per i Comuni più piccoli erano previste delle deroghe, con un minimo di 300 alunni. Anni dopo, con il D.L. 98/2011, il numero minimo fu innalzato a mille alunni per scuole primarie e medie e a 600 per le superiori.

Una svolta è arrivata nel 2022, con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): tra le previsioni del Piano, infatti, c’era anche “la riduzione del numero degli alunni per classe e il dimensionamento della rete scolastica”.

Obiettivi analoghi sono stati inseriti anche dal governo Meloni nella legge di Bilancio 2023, secondo la quale il ministero ha deciso di procedere annualmente con “il contingente organico dei dirigenti scolastici e dei Dsga e la sua distribuzione tra le regioni”, mentre le Regioni “provvedono autonomamente al dimensionamento entro il 30 novembre di ogni anno, nei limiti del contingente individuato”. L’ultimo aggiornamento normativo risale al gennaio 2025, e tra le altre cose sono stati introdotti nuovi termini per le delibere di dimensionamento.

Scuole, mille in meno negli ultimi dieci anni

Quanto ha inciso tutto ciò sui numeri delle scuole? A rispondere è stato, anche stavolta, il dicastero di viale Trastevere.

Nell’anno scolastico 2015/16 era il Sud a ospitare il numero maggiore di istituti, 2.607, il 29,5% del totale. Seguivano il Nord Ovest con 1.969 (22,3%), il Centro con 1.706 (19,3%), il Nord Est con 1.369 (15,5%) e le Isole con 1.195 (13,5%). Dieci anni dopo, i numeri si sono ridotti ovunque. In termini assoluti è ancora il Sud a ospitare la maggior parte degli istituti, 2.162, il 27,5% del totale. Seguono il Nord Ovest con 1.904 (22,4%), il Centro con 1.584 (20,2%), il Nord Est con 1.281 (16,3%), e le Isole con 982 (12,5%). Conti alla mano, il Sud ha perso 445 istituti, le Isole 213, il Centro 122, il Nord Est 88 e il Nord Ovest 65.

L’impatto del dimensionamento è ancora fotografato dai numeri. Nell’a.s. 2021/22 (l’ultimo prima che entrassero in vigore nuove regole) le scuole erano ancora 8.511. Un dato sostanzialmente in linea con gli anni precedenti. Nei sette anni trascorsi tra l’A.S. 2015/16 e il 2021/22 il numero delle scuole si era infatti ridotto del 3,8%, mentre nei cinque anni tra il 2021/22 e il 2025/26 il calo fu di 7,7 punti. Più del doppio, in meno tempo.

I dati delle sedi scolastiche nel Paese

E le sedi scolastiche? Nell’anno scolastico 2015/16 era il Sud a ospitare il numero più alto, 16.720, pari al 28,3% del totale. Seguivano il Nord Ovest con 14.128 plessi (23,9%), il Centro con 11.129 (18,8%), il Nord Est con 9.588 (16,2%), e le Isole con 7.521 (12,7%). Anche in questo caso, dopo un decennio i numeri si sono ridotti in tutte le circoscrizioni. Nel dettaglio, il Sud ospita 13.071 sedi scolastiche (28,6%). Seguono il Nord Ovest con 10.394 plessi (22,8%), il Centro con 8.847 (19,4%), il Nord Est con 6.884 (15,1%) e le Isole con 6.472 (14,2%). Il Nord Ovest ha perso 3.734 plessi, il Sud 3.649, il Nord Est 2.704, il Centro 2.282, le Isole 1.049. Anche in questo caso, sono i numeri a descrivere l’impatto del dimensionamento. Nell’A.S. 2021/22 i plessi erano ancora 58.382. Tra l’a.s. 2015/16 e il 2021/22 il numero di sedi si è ridotto dello 0,9%, mentre tra il 2021/22 e il 2025/26 il calo è stato di ben 22 punti.