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Sedicenne trovato morto in camera con la cintura al collo, la docente di lettere incredula: era bravissimo

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Un ragazzo di sedici anni di Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo, ha perso la vita nella sua camera: venerdì santo, il 29 marzo, è stato trovato nella tarda serata dai familiari agonizzante con una cintura per abiti stretta al collo. I soccorsi dei sanitari del 118, seppure tempestivi, sono stati vani.

Risulta ignota le dinamica e le motivazioni della vicenda, sulla quale ora stanno indagando i Carabinieri della compagnia di Giulianova: hanno sequestrato il computer del ragazzo. Nelle prossime ore il magistrato potrebbe decidere se affidare l’autopsia.

Secondo l’Ansa, “non è chiaro, infatti, se si tratti di un gesto volontario, poiché non c’è traccia di lettere o messaggi di spiegazioni, o dell’esito infausto di un gioco legato alla partecipazione a videochat in cui gli iscritti sarebbero indotti a compiere atti di autolesionismo, anche estremi”.

Il medico legale, intanto, ha escluso qualsiasi violenza esterna, almeno dopo una prima analisi: non ha rilevato sul corpo del giovane dei lividi o delle tracce di percosse.

Nel frattempo, un fascicolo è stato aperto dal sostituto procuratore Francesca Zani della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Teramo.

La docente di materie letterarie, William Di Marco, ricorda il giovane sedicenne: “Aveva doti e un’intelligenza superiore alla norma. Un ragazzo bravissimo, educato, molto rispettoso degli altri e bravo a livello didattico, in tutte le materie. Era un amante del suo indirizzo, sistemi informativi aziendali, infatti in informatica era ‘trainante’, come ci riferiva sempre l’insegnante. Ho parlato con diversi suoi compagni e miei colleghi: siamo tutti esterrefatti, un classico pugno allo stomaco, nessuno se lo aspettava”.

E ancora: “Era molto ligio alle regole della scuola. I genitori sono venuti agli incontri scolastici – ha continuato l’insegnante – Lui stesso partecipava anche a tanti incontri e convegni di storia che noi organizzavamo. Non solo per la sua bravura, ma anche per la normalità dei suoi comportamenti, il fatto che possa aver compiuto questo gesto ci lascia increduli”.

Secondo il sindaco di Roseto degli Abruzzi, Mario Nugnes, “è doveroso evitare qualsiasi giudizio e stringerci, uniti, a una famiglia colpita da un dolore profondo e inimmaginabile”, in “un momento che richiede una profonda riflessione in ognuno di noi, dove le parole non bastano, e nel quale dobbiamo continuare a interrogarci e a riflettere in rispettoso silenzio”.