Home Archivio storico 1998-2013 Generico Sindacati, Libero attacca: sugli iscritti numeri gonfiati

Sindacati, Libero attacca: sugli iscritti numeri gonfiati

CONDIVIDI
Il numero delle tessere sindacali sarebbe decisamente inferiore a quello che i sindacati dichiarano: a sostenerlo è il quotidiano Libero, che individua anche Scuola e Università tra i comparti che “barano” di più. “Per l’Aran – sostiene Libero – le deleghe sono rispettivamente a quota 154.212 mila e 7.083, per la Cisl invece le tessere si attesterebbero a 227.885 mila e 9.358”. Dunque, la discrepanza sarebbe, solo per la scuola di oltre 70mila tessere. Complessivamente, invece, “calcolatrice alla mano ballano quasi 230 mila iscritti”.
Pronta la replica dei diretti interessati. Secondo cui quello sugli iscritti è “uno scandalo che non c’è”: la prima replica è affidata a Giovanni Faverin (Cisl Fp) e Francesco Scrima (Cisl Scuola) , secondo cui siamo di fronte all’ennesima “tempesta in un bicchier d’acqua. La polemica antisindacale è una moneta falsa, sempre buona in campagna elettorale e sempre buona a creare uno scandalo che non c’è”.
I due  segretari generali ribattono punto su punto: “Al di là delle stime, più o meno fantasiose riportate dal giornale, bisogna infatti ricordare che le prerogative sindacali e la rappresentatività si basano esclusivamente sui dati certificati dall’ARAN: vale a dire la media tra il numero dei tesserati e i voti ottenuti nelle elezioni delle RSU. Sono quelle a contare. Per questa ragione gonfiare i numeri non avrebbe né utilità né senso”.
“I dati sugli iscritti ai sindacati” – sottolineano Faverin e Scrima – “sono invece un elemento di trasparenza e fanno riferimento a modalità associative che vanno al di là della certificazione ARAN. Nel computo che ogni federazione dichiara sono inclusi i dirigenti, i lavoratori precari (della Pubblica Amministrazione come della scuola e della ricerca), quelli di enti certificati da altri organismi (i dipendenti delle Regioni a statuto speciale) e quelli dei settori privati tutelati dalle federazioni del pubblico impiego (sanità privata, terzo settore, scuole private e della formazione professionale)”.
Si attendono ora le reazioni degli altri sindacati.