Home Estero Stop ai cellulari a scuola fino alla terza media, anche in gita...

Stop ai cellulari a scuola fino alla terza media, anche in gita o a ricreazione: accade in Austria

CONDIVIDI

Un altro Paese verso il divieto dell’uso di smartphone a scuola. Si tratta, stavolta, dopo l’Australia, dell’Austria. Come riporta La Stampa, il ban interesserà tutti gli studenti fino alla terza media e riguarderà l’intera giornata scolastica, compresa la ricreazione e le gite. I ragazzi non potranno utilizzare cellulari, tablet e smartwatch

“Cellulari killer della concentrazione”

Ovviamente, ogni singola scuola potrà autonomamente prevedere eccezioni, ad esempio per scopi didattici o motivi di salute. Il 74% dei docenti è favorevole al divieto. che entrerà in vigore il 1° maggio. Il ministro dell’Istruzione austriaco Christoph Wiederkehr (Neos), nell’annunciare il provvedimento, ha affermato che “è necessario affinché la scuola diventi un luogo di concentrazione, di rendimento e anche di sicurezza. Gli effetti negativi dei dispositivi mobili superano quelli della pandemia. I cellulari, gli smartwatch e dispositivi simili non solo distraggono i bambini e i ragazzi, ma sono anche dei veri e propri killer della concentrazione”.

Il ministro ha poi precisato che “allo stesso tempo si vogliono portare avanti le misure per l’educazione digitale nelle scuole”.

Come specifica Altoadige.it, le scuole potranno decidere autonomamente dove conservare i dispositivi mobili degli studenti durante le lezioni e potranno stabilire le possibili conseguenze in caso di violazioni della norma. L’ordinanza firmata dal neo-ministro dell’Istruzione parla chiaro: gli insegnanti saranno autorizzati a confiscare i dispositivi mobili agli studenti sorpresi a utilizzarli in orari vietati.

La frecciata ai genitori

Anche per i genitori la nuova regola significa inevitabilmente un cambiamento, soprattutto per quelli “che vogliono poter raggiungere sempre telefonicamente i propri figli, anche durante l’orario scolastico”, come ha affermato Wiederkehr.

Le parole di Crepet

Lo psichiatra Paolo Crepet ha spesso parlato della sua idea in merito al divieto di smartphone: “L’uso dello smartphone andrebbe vietato per legge fino ai 18 anni, ossia per tutto il periodo della formazione. Si diventa più intelligenti senza cellulare. Oggi se affido ad un ragazzo una ricerca su Beethoven, lui ci mette tre secondi a farla perché interroga Google e l’intelligenza artificiale. Invece vorrei che aprisse i libri e i vocabolari e spegnesse il telefonino”.

Il divieto in Australia

L’Australia, qualche mese fa, ha dato il via libera a una legge per vietare l’uso dei social media ai minori di 16 anni. Approvata il 29 novembre, la norma impone alle piattaforme di adottare misure rigorose per far rispettare il divieto, con multe che possono raggiungere i 50 milioni di dollari australiani, per le aziende inadempienti.

E in Italia?

Nella nostra Penisola, l’età minima per accedere ai social network è stabilita a 14 anni, in conformità al decreto legislativo 101 del 2018, che ha recepito il GDPR, il regolamento europeo sulla protezione dei dati personali a cui si allineano le policy di utilizzo delle principali piattaforme. Tuttavia le critiche puntano il dito sulla mancanza di controlli efficaci da parte proprio di queste ultime.

In ambito educativo, di recente, con il Governo Meloni, si è provato a stringere il pugno anche a scuola: con una Circolare del Ministro dell’Istruzione e del Merito, pubblicata la scorsa estate, è stato introdotto, di fatto, il divieto di utilizzo dei cellulari a scuola per la primaria e secondaria di I grado. Ma a quanto pare tutto ciò non è sufficiente.

La Tecnica della Scuola ha chiesto ai propri lettori se siano d’accordo o meno nel seguire la scia australiana e avere dei controlli più stringenti sulle iscrizioni degli under 14 o 16 ai social media e alle varie piattaforme, ad esempio attraverso l’introduzione dell’obbligo di associare le richieste alle proprie generalità a documenti ufficiali oppure tramite lo Spid.

Dai risultati del sondaggio, su un campione di 504 utenti, il 97% dei docenti ha risposto che vorrebbe in effetti adottare controlli più stringenti sull’uso dei social da parte dei minori under 14. Unanimità di consensi per la proposta anche da parte di dirigenti scolastici e genitori. Gli studenti, invece, sembrano mostrare una leggera esitazione: uno su quattro si è detto contrario alla “stretta” sull’utilizzo dei social media da parte dei minori.