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Stupro Palermo e Caivano, l’appello di Iva Zanicchi: “Più che ai giovani chiedo ai genitori di farsi un esame di coscienza”

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In questi giorni si discute molto a proposito dell’educazione dei giovanissimi, alla luce dei gravissimi fatti di cronaca avvenuti a Palermo e a Caivano, purtroppo simili: in entrambi i casi dei giovani hanno operato violenze di gruppo ai danni di ragazzine.

Si parla molto del ruolo della scuola e dei genitori, e ci si chiede se siano responsabili delle falle nell’educazione dei giovani e nella mancanza, sembra, di punti di riferimento solidi. A dire la propria, come molti personaggi pubblici tra cui il cantante Ermal Meta, è stata la celebre cantante Iva Zanicchi, in un’intervista a Il Giornale riportata da Fanpage.it.

Iva Zanicchi: “Fiducia nei giovani”

L’aquila di Ligonchio ha fatto un accorato appello in cui si è rivolta ai genitori di oggi: “Più che ai giovani, voglio rivolgermi con la preghiera e la supplica ai genitori di farsi un esame di coscienza. Credo che purtroppo spesso non siano capaci di essere una guida per i propri figli. È un compito che non possono delegare a nessun altro, una responsabilità importante che fa parte del pacchetto completo di essere madre e padre”, ha detto.

“I genitori devono saper dire dei no, quando serve. Io credo in questa generazione, che ha grosse potenziali, ma voglio dire loro che non hanno bisogno di inebriarsi con alcol e droghe”, ha concluso la cantante.

“I vostri figli li dovete controllare”

Insomma, si tratta praticamente del nocciolo del discorso di Giovanna Corrao, la docente andata virale con una diretta su Facebook in cui ha attaccato i genitori, dicendo che la comunità educante in toto può dichiararsi fallita.

“Siete vili, siete ipocriti, vi fate solo selfie e i figli li lasciate soli davanti ai cellulari. I vostri figli li dovete controllare. Privacy? Il bambino, l’adolescente, non ne ha. Siamo noi i responsabili dei nostri figli, di quello che fanno e che non fanno. Il fallimento è il nostro. Inutile che vi scandalizzate perché i vostri figli fanno cose illecite e per dire no siete disposti ad essere perseguiti legalmente. Vergogna, siete inutili. Anche quando siete convinti di conoscere i vostri figli prendete in considerazione che invece non li conoscete. Sì, si comportano come i bulli, perché sennò si sentono di non contare nulla”.

“Invece di pensare al parrucchiere, al massaggio, ai viaggi: non ve l’ha prescritto il medico di fare figli. State bene anche senza visto che non ve ne sapete occupare. Non basta mettere al mondo dei figli per essere genitori, lo dovete diventare. Questa società è piena di figli che lasciate tornare a casa tranquillamente alle 4 di mattina ubriachi. Non vi rendete conto che pagherete tutto ciò. Il problema nasce a monte, se fai un figlio lo devi seguire. La comunicazione non funziona, usate codici sbagliati e vi seccate, siete stanchi. Ma non è possibile essere stanchi se si è docenti o genitori. Io tengo il cellulare acceso di notte per i miei ragazzi”.

“Se ti vergogni a chiedere aiuto ai tuoi genitori perché sei solo piccolo, inesperto, chiama me. Non mi disturbi, esco di casa e ti aiuto. Ma voi controllateli i vostri figli. Controllare non significa ossessionare, ma sapere che poi i figli possono andare da soli sulle proprie gambe. La comunità educante non può essere solo astratta ma deve essere un mondo completo. Aprite gli occhi, immischiatevi, siate parte attiva, guardateli i figli in faccia, parlate, parlate con i docenti, chiedete ai vostri figli. Non avete la bacchetta magica, ma bisogna osservare, dovete dormire con un occhio aperto e uno chiuso”.

“Il 13 settembre ricomincia la scuola: venite a parlare con noi, credeteci. Il futuro è nelle nostre mani. Chi ha un figlio se ne deve occupare. I figli ci guardano. Se una cosa non si fa non abbiate paura di dire no. Cerchiamo di risalire la china dei falliti”, queste le parole della professoressa palermitana.