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Test accesso Tfa Sostegno, Tar: ridurre la soglia minima 21/30 pure per evitare ricorsi

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Risulta troppo alta la soglia minima per accedere al Tfa Sostegno introdotta dagli atenei, pari a 21/30: lo ha detto il Presidente del Tar Lazio, con un decreto del 16 giugno.

La posizione del tribunale, che ha accolto i ricorsi dei legali Santi Delia e Michele Bonetti, potrebbe determinare un precedente importante.

Il giudice ha infatti per la prima volta ordinato all’amministrazione scolastica “di valutare responsabilmente, in tempi brevi, l’opportunità di disporre o meno lo scorrimento delle graduatorie di merito formate dai singoli Atenei, fino a raggiungere un numero di ammessi almeno pari alla quantità di posti disponibili, anche al fine di contenere i costi di eventuali prove suppletive, da effettuare in esito ai ricorsi giurisdizionali proposti, ove ritenuti meritevoli di accoglimento”.

 

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Alla luce della decisione del Tar, gli Avvocati Bonetti eDelia, al fianco di Adida e Lvg, plaudono ad un provvedimento equilibrato e auspicano un intervento responsabile di Miur e Atenei:

E’ l’ora di dire basta a test, crocette e soglie – scrivono in una nota – : pensare che un insegnante abilitata da 10 anni non possa frequentare un corso di specializzazione sul sostegno che l’aiuta a gestire in classe i suoi alunni con più difficoltà nell’apprendimento perché ottiene un voto ad un test sotto i 21/30 è barbaro e immorale e mette a nudo la fallacia dell’intero sistema.

Se non supera la prima delle prove preselettive una docente che Miur e ateneo hanno formato abilitato e messo in ruolo è la politica che deve farsi domande dandosi serie risposte“, concludono i legali.

Insomma, la morale appare chiara: anche se il livello di conoscenze e competenze del docente sulla disabilità degli alunni non è elevato, l’amministrazione deve comunque fare del tutto per formarlo. Non può solo sbarrargli la porta.

 

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