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Tfa sostegno, Di Meglio (Gilda): “Ai limiti della follia la discrasia tra i posti disponibili e i candidati ammessi”

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Con l’avvio dei percorsi del prossimo TFA sostegno per i docenti, con partenza in primavera, si torna a parlare di posti disponibili e canditati. A commentare i dati forniti dal Ministero è il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio.

Il coordinatore, in una nota, ha dichiarato: “È ai limiti della follia la discrasia tra i posti disponibili e i candidati ammessi, perché avviene che laddove ci sono meno posti si moltiplicano i TFA, che invece risultano pochissimi dove il numero di posti è maggiore. Quanto emerge dai dati è eclatante se per esempio si confronta la Lombardia, dove per il sostegno alla scuola primaria ci sono 171 candidati per 4111 posti, con la Sicilia, dove, a fronte di 51 posti disponibili, ci sono ben 3357 candidati. Queste sono le premesse perché si verifichino due situazioni nefaste, ovvero cronicizzare la mancanza degli insegnanti di sostegno e il protrarsi della girandola degli spostamenti dal Sud al Nord e viceversa”.

E continua: “Pertanto la Gilda degli Insegnanti intende ribadire la sua denuncia di un sistema farraginoso e privo di qualsiasi programmazione che si dovrebbe basare sulla realtà territoriale, che danneggia sia alunni che docenti: i docenti che lavorano nelle regioni del Nord e che non hanno la possibilità di conseguire la specializzazione e quelli invece del Sud che dopo aver speso anche 3-4mila euro per specializzarsi, vedranno le loro speranze infrangersi di fronte alla cruda realtà dei numeri. E, non per ultimi, i ragazzi, che necessitano di sostegno e a cui verranno assegnati docenti non formati e che, inoltre, cambieranno di anno in anno, in seguito alle nomine di un algoritmo altrettanto disastroso quanto la distribuzione dei posti di sostegno”.  

“Qui il grande assente è il Ministero dell’Università – conclude Di Meglio – che non effettua, evidentemente, né una programmazione adeguata, né una distribuzione dei posti. Qualcuno comincia a chiedersi se questo Ministero abbia un motivo reale di esistenza”.