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Un Paese senza cultura geografica non ha futuro!

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Il mondo è attualmente in rapida evoluzione: cambiano, con enorme rapidità, gli equilibri politici sulle sponde del Mediterraneo; cambiano gli equilibri economici e politici nell’est Europa, al confine con l’Asia; cambiano gli equilibri dei flussi commerciali e finanziari internazionali, rendendo peraltro incerto prevederne l’evoluzione; cambiano gli equilibri economici e politici anche all’interno dell’UE – il caso della Grecia è il più evidente, ma è un caso isolato o la punta di un iceberg? E che dire, d’altro canto, del caso – solo apparentemente slegato – della decisione della Banca Centrale svizzera?

Cambia – spesso, purtroppo, in peggio – l’aspetto e l’assetto del nostro territorio, vittima forse della maggiore incidenza di eventi violenti, senz’altro dell’incuria e di un uso insostenibile e irrispettoso che ne è stato fatto e si continua a fare.

Ci troviamo probabilmente di fronte a una radicale trasformazione della fisionomia del mondo e delle sue relazioni, destinata a mutare profondamente i nostri modi di vivere e le relazioni internazionali ed economiche dell’Italia; si può facilmente prevedere che essa avrà un impatto diretto non soltanto sulle attuali, ma soprattutto sulle future condizioni di vita.

Cosa sanno e comprendono i nostri studenti – ovvero, i futuri cittadini – di quanto sta accadendo (e condizionerà la loro vita presente e futura)?

Come Coordinamento Nazionale SOS Geografia (www.sosgeografia.it), temiamo molto poco.

Suscita la preoccupazione di ogni operatore della scuola – un po’ meno dei decisori politici, almeno stando a quanto riportato da dossier e dalle dichiarazioni sulla scuola – l’ignoranza delle conoscenze geografiche manifestata dagli studenti italiani.

Non si comprende infatti l’assenza della parola “Geografia” (nell’accezione di “saperi geografici”) nel dossier di riforma della scuola allo studio (La Buona Scuola).

Come è possibile trascurare la centralità di un sapere – quello geografico – tanto antico quanto indispensabile attualmente, in un mondo globalizzato, capace di attrarre e interessare gli studenti e necessario per l’acquisizione di numerose ulteriori competenze?

Analogamente, non si comprende come possa realizzarsi una efficace “educazione finanziaria” prescindendo anche dalla semplice conoscenza dei luoghi di provenienza e di destinazione di uomini, beni, servizi, flussi finanziari; non si comprende come possa realizzarsi una efficace educazione ambientale e alla sostenibilità prescindendo dalla conoscenza dell’assetto territoriale, delle dinamiche demografiche, delle specificità economiche di ciascuna regione del mondo.

Come Coordinamento Nazionale SOS Geografia non ci limitiamo a una denuncia di questo stato di cose, che è possibile constatare quotidianamente nelle scuole italiane; abbiamo anche elaborato numerose proposte di curricula geografici nelle scuole italiane e abbiamo sempre offerto la nostra (gratuita) collaborazione ai decisori che intendessero giovarsene.

Fra queste proposte, che nuovamente sottoponiamo all’attenzione del Legislatore:

 

a) l’introduzione della disciplina “Geografia economica e politica”, per complessive 2 ore settimanali per classe, in tutti i bienni della secondaria di secondo grado;

b) l’introduzione della disciplina “Geografia economica” in tutti i trienni liceali, in cui si forma la futura classe dirigente, per non meno di 2 ore settimanali per classe;

c) la reintroduzione dell’insegnamento di “Geografia economica” nei trienni degli istituti tecnici – Amministrazione Finanza e Marketing, al posto dell’attuale insegnamento di “Geografia” che, destinato ai bienni, non esplica al meglio tutte le potenzialità formative perché destinato ad alunni non in possesso dei prerequisiti necessari.

d) la reintroduzione dell’insegnamento di “Geografia turistica” nel triennio degli istituti Professionali ad indirizzo alberghiero – articolazione Accoglienza turistica, per 2 ore settimanali per classe.

 

Vi è inoltre la necessità di una base geografica per una completa formazione economica e finanziaria: non è possibile realizzare una educazione finanziaria che prescinda dalla Geografia economica.

Proponiamo pertanto l’introduzione di un congruo numero di ore (non inferiore a 2 ore settimanali per classe) dell’insegnamento di “Geografia economica” nell’ambito dei curricula di educazione economica e finanziaria.

Va rilevato quindi come troppo spesso la Geografia sia stata in questi anni vittima dello status di “insegnamento atipico”: questo ha comportato l’attribuzione dell’insegnamento a personale privo di adeguata formazione, nonché di adeguato aggiornamento per il suo insegnamento.

Si rileva l’aspetto paradossale di questa scelta a proposito di un sapere che riguarda l’attualità e la contemporaneità, e che richiede pertanto all’esperto un aggiornamento pressoché ininterrotto.

Per garantire la piena fruizione di una formazione di qualità agli studenti, come anche per superare il paradosso ricordato sopra, il Coordinamento Nazionale SOS Geografia ha proposto e continua a proporre l’affidamento esclusivo di tutti gli insegnamenti geografici alla classe di concorso 39/A, composta da professionisti dotati di un’adeguata formazione specialistica.

Ancora una volta sottoponiamo all’attenzione di tutti l’importanza centrale dei saperi geografici per la formazione dei futuri cittadini e lavoratori, augurandoci una netta inversione di tendenza rispetto all’assenza di dibattito presente e passato.

Un Paese senza cultura geografica non ha futuro!