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Sono molti i docenti che si stanno facendo largo sui social, diffondendo il loro particolare e originale metodo di studio. Questo è il caso di una professoressa, tiktoker, di 52 anni, che insegna nella provincia di Lecco, che usa i film ed elementi della cultura pop per insegnare.
Il metodo di studio della docente famosa su TikTok
Come ha raccontato a Il Corriere della Sera, la docente di lettere si serve dei film per insegnare, ad esempio, la grammatica italiana. “Il cinema l’ho sempre usato perché quando dici agli alunni che guarderanno un film, prima ancora di sapere qual è, esultano di gioia. Quindi, con il film li catturi e poi li porti dove vuoi, nel mio caso, ad affrontare la grammatica, a scrivere un testo”, ha esordito.
Ecco come funziona: “La prima cosa da fare è presentare il film e prevedere molti punti di stop. Coi ragazzi di oggi non puoi più vedere un film dall’inizio alla fine senza fermarlo. Lo facevo dieci anni fa. Ora hanno una capacità attentiva più limitata e povertà di lessico”.
Ecco qual è la cosa più difficile da insegnare a suo avviso: “La produzione scritta: fanno una grande fatica ad affrontare i temi, ma con questa metodologia innovativa piace, perché li spinge a ragionare sempre. Io sono contraria alla lezione frontale, non la faccio mai se non è indispensabile e comunque nelle classi più alte, come le terze. Io cerco sempre di farli arrivare ai concetti con attività di ragionamento, spesso in team, che cambio ogni mese”.
Come molti insegnanti, la donna ha molto carico di lavoro anche a casa: “Ci vuole tanto tempo a preparare lezioni così, tutti i giorni a casa mi dedico a preparare molto materiale, ma mi piace moltissimo perché poi vedo i miei alunni lavorare tanto in classe”.
“Quello che dobbiamo insegnare ai ragazzi è il metodo di studio più che gli argomenti. Una delle lamentele che ricevo dai genitori sui social è che tanti professori spiegano e spiegano continuamente, ma non insegnano a studiare. Su questo hanno ragione i genitori. Che senso ha dare da studiare 20 pagine di storia? Te ne do 4 o 5 ma ti insegno a preparare una mappa o un riassunto, a capire quali sono i concetti da ricordare. Quando ripetono, li invito a registrarsi col cellulare e risentirsi per capire se hanno parlato bene o no e così via”, ha aggiunto.
“I voti servono eccome”
E, sui voti: “Servono eccome, perché valutano la ‘prestazione’, non la persona. La scuola senza voti non ha senso, così come una partita di calcio senza punteggio non piacerebbe a nessuno: prima o poi i giovani dovranno cimentarsi con i voti nella loro vita. Ma le valutazioni vanno sempre accompagnate con la motivazione. I miei alunni, comunque, danno a loro volta dei voti, alle attività che facciamo”.
La docente ha anche commentato la proposta di un suo collega di scrivere i voti sotto bollini da grattare: “Ecco, questa è proprio una cosa senza senso. L’ho scritto anche ai professori che lo fanno. E’ tutto un parlare d’ansia, per i voti, per le verifiche”.
Ecco, infine, una critica al ministro Valditara: “Una cosa assurda è stata nominare i professori di ruolo a dicembre, quest’anno, per i concorsi del Pnrr. Ogni ministro in carica promette che a settembre ci saranno tutti i docenti in cattedra e poi non succede mai”.