Home Politica scolastica Una triste riflessione sulla “farsa degli scrutini”

Una triste riflessione sulla “farsa degli scrutini”

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In un articolo su “La bottega del Barbieri il collega Pietro Ratto riflette tristemente sullo scrutinio appena concluso: “Si torna a casa anche stasera, se dio vuole, dopo l’ennesimo scrutinio-farsa. Un quarto di secolo a insegnare Filosofia con lo stesso stato d’animo di chi non riesce più a scendere dall’ottovolante. Dalle vette della riflessione esistenziale alla voragine degli scrutini, delle riunioni tra colleghi e delle altre ipocrisie più o meno “scolastiche”..”

E’ una sensazione molto comune. Dopo lo scrutinio ci si sente svuotati: “ Svuotato è la parola giusta.. VerdeRossoVerdeRosso… Il verde per la sufficienza, il rosso per i votacci.. Ore ed ore a rammendar medie, a limare giudizi, con la sola preoccupazione di evitar ricorsi e di salvare cattedre. Più bocci più ti esponi, no? Soprattutto se si parla di una quinta. Eh, sì. Perché vuoi mica non ammettere all’esame uno che ha un 4 e due 5, no? Piuttosto gli abbassi il 7 di ginnastica (sorry: Scienze Motorie), gli tiri giù la condotta.. Ma i 4 e i 5 debbono diventar 6, accidenti.. Ora dico, che cazzo glieli date a fare ‘sti 4, se poi vi aspettate che diventino sufficienze?”

Per non parlare del voto di condotta made in Gelmini: “Dopo anni e anni di richieste da parte di centinaia di migliaia di insegnanti disperati, la buonanima della Gelmini cosa s’inventa? Il voto di condotta che fa media col profitto! Che figata, veramente! Per la sintesi tra la Ragion Pura e la Ragion Pratica in cui Kant ha fallito, bisognava aspettare quel genio della Mariastella. Così, al tamarro a cui molli un 7 di comportamento fai solo un favore. Lui che un 7 non lo ha mai visto in tutta la sua vita.. Ma dico io, come li scelgono i ministri? Che poi, a ben pensarci, non si tratta mica di sprovveduti.. Dietro questo buonismo da quattro soldi, dietro questo assolvere tutto e tutti, così tipico della nostra Buona scuola, c’è il solito, precisissimo intento di tirar su gente che non sappia controllarsi. Sai cosa se ne farebbe, altrimenti, un ragazzo in grado di ragionare sulle proprie azioni, capace di riflettere autonomamente su cosa sia giusto o no, di tutte quelle loro leggi e leggine da quattro soldi? Sai come smetterebbe di votarli subito, dei “politici” così? Suvvia, dai Pietro.. Cosa pensi? Sei sempre il solito complottista.. Dimenticavo: una cosa buona la Gelmini l’aveva fatta. A tutti i docenti che imploravano criteri di ammissione alla Maturità più severi, aveva risposto: si vada all’Esame solo a patto di avere riportato tutte sufficienze. Bene! E allora eccoli qui, quegli stessi prof, ad affrettarsi a correggere i 4 e i 5 con dei bei 6! Perché poverino, non vorrai mica non ammetterlo, il nostro bimbo, no?Allora, dai: tutti pronti per l’Esame di Stato, i nostri studenti. Asini o no. Alzi la mano chi se la sente di correre il rischio e di fermare qualcuno!”

Il risultato è un uniforme verde. I rossi sono scomparsi : “Così, come d’incanto, lo schermo su cui compaiono i voti diventa tutto verde. Il rosso delle insufficienze (uhm.. che strano, però.. hanno scelto il rosso anche per segnalare gli studenti che non fanno Religione.. sarà un caso? Non avevano proprio altri colori da usare, ‘sti qui che elaborano i programmi per la Scuola statale? Ma va’.. E mollala con ‘sto complottismo, Pietro!) quel rosso, dicevo, sparisce nel nulla, portandosi dietro le lacune di un anno di autentico cazzeggiamento. Soltanto l’altro rosso, quella specie di studentesca lettera scarlatta, non scompare mai..!No, non solo svuotato.. anche, e soprattutto, sporco. Così mi sento, stasera..
Da qualche tempo, alla fine di uno scrutinio, è come se non mi lavassi da un anno.. Come abbiamo fatto, dico io, a lordarci così?

Conclude il collega Ratto: “Una porcheria, accidenti. E’ tutta solo un’unica, ipocrita porcheria. Ma se tu le dici, queste cose, sei subito un complottista. Ti lasciano solo, completamente solo. Guardali lì, i colleghi, a far correre gli occhi sui muri. Eppure non sto mica dicendo niente di così strano, no? Dite qualcosa, accidenti! Quello che sostengo è lapalissiano, no?”

Lapalissiano, ma scomodo. Turba il quieto vivere della scuola italiana, che sguazza nei compromessi, beata nella sua opaca acquiescenza.