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Usa, espulsa da scuola se non indossa il microchip

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A raccontare quest’altra strana storia americana è il settimanale Panorama che fa iniziare la vicenda dalla decisione dei dirigenti del Distretto Scolastico Northside di Sant Antonio di introdurre l’obbligo di portare un cartellino identificativo con un microsensore in grado di controllare in ogni momento la posizione di ogni singolo ragazzo.
 Il motivo di tale scelta è di natura economica perché le scuole pubbliche, come quella di cui parliamo, vengono finanziate con soldi statali. Uno dei criteri di assegnazione di questi fondi è il numero di studenti ogni mattina in classe quando suona la campanella e quando la loro presenza viene segnata sul registro.
Un calcolo approssimativo dice che sono 30 dollari a testa, moltiplicato per il numero di ragazzi e per quello dei giorni di lezione. Alla fine dell’anno, i dirigenti scolastici hanno scoperto che le assenze mattutine hanno prodotto un mancato introito di un milione e mezzo di dollari.
E hanno deciso di correre ai ripari. Con la “modica” spesa di qualche decina di migliaia di dollari hanno acquistato microsensori da distribuire tra gli studenti. Un cadeau obbligatorio da accettare e da “indossare”quando i ragazzi – scuola media e superiore – si trovano all’interno del plesso scolastico. “Non vogliamo controllarli passo per passo, ma sapere dove possiamo trovarli nel caso in cui avessimo bisogno di sapere dove rintracciarli” – ha dichiarato il portavoce del Distretto Scolastico.
Di fatto, un Grande Fratello a scuola, che segue ogni singolo movimento anche quando gli studenti vanno in bagno. Ma i ragazzi e le famiglie hanno accettato la novità. Pena l’espulsione dalla scuola. Unica a resistere è stata Andrea Hernandez, 15 anni, figlia di una coppia di Cristiani Evangelici. Ha spiegato che non poteva indossare quel microsensore.
Per lei è il Marchio della Bestia. Come molte altre famiglie ultra religiose, anche gli Hernandez credono che ogni sistema di controllo personale faccia parte di un piano diabolico messo in atto dal Maligno per dominare gli esseri umani.
Ma anche quando i dirigenti scolastici di Sant Antonio hanno cercato di spiegare ad Andrea e ai suoi genitori che non era quello il caso, la ragazza non ha cambiato idea. “Voi offendete i miei valori religiosi” – ha risposto. Il braccio di ferro è andato avanti per qualche giorno, fino alla minaccia di espulsione. Gli Hernandez non si sono dati per vinti e hanno fatto causa alla scuola. Con loro si sono schierati molti gruppi progressisti e alcuni conservatori. In entrambi i casi, non per motivi religiosi, ma per difendere la privacy e le libertà individuali. La prima sentenza, di un giudice federale, ha dato ragione alla scuola. Andrea deve indossare il chip o può essere espulsa. Gli Hernandez faranno ricorso.
La battaglia continua. Eppure non è la prima volta che una scuola statunitense introduce sofisticati e tecnologicamente avanzati metodi di controllo. Già in passato era successo. E anche in quei casi, le associazioni per i diritti civili si erano mosse a colpi di carte bollate per impedire che venissero applicati. Ma è la prima volta che una di queste cause legali parte dal rifiuto di indossare il “Marchio della Bestia”.
La questione dell’eccessiva sorveglianza negli Usa da parte delle strutture e agenzie federali è all’ordine del giorno. Un esempio? Nello scorso dicembre, William Binney, il genio matematico (dissidente) che lavorò con la National Security Agency fino al 2001 prima di lasciarla in polemica con le pratiche di controllo sugli americani, disse che l’Fbi registra ogni singola mail spedita da ogni singolo cittadino Usa. Non solo. la polizia federale è in grado di risalire a tutti i messaggi via mail mandati negli ultimi dieci anni. Ne sa qualche cosa David Petraeus, l’ex capo della Cia, che si è dimesso dopo che l’Fbi ha scoperto la sua relazione extraconiugale intercettando le mail.
Il Grande Fratello è qui, dal pc al bagno della scuola.